Pavin, Finco e Didonè, tris d'assi
Il neoleader di Confindustria vuole dare peso al settore metalmeccanico

MASSIMO FINCO. E’ indicato come uno dei due papabili alla vicepresidenza di Confindustria Padova
e Albino Salmaso Avanti a passo spedito con la scelta dei due vicepresidenti e della nuova giunta. Massimo Pavin, il giorno dopo l'investitura, è più euforico che mai e lascia capire che entro metà dicembre si presenterà al consiglio generale con la nuova squadra al completo. La vittoria di lunedì sera è netta: 32 sì e 22 no equivalgono ad un'investitura piena, anche se la domanda che gira è una sola. Chi ha cambiato idea alla seconda votazione e ha abbandonato Francesco Bettella, spalancando così la porta alla vittoria di Pavin? Il voto segreto non consente un'esatta radiografia delle alleanze: 53 i votanti del primo turno finito in pareggio (26 a 26 e 1 astenuto), 54 quelli della fumata bianca (32 sì e 22 no). E se non c'è ombra di dubbio che Gian Ernesto Zanin rientrato dalle ferie ha dichiarato apertis verbis di votare per Massimo Pavin perché «indicato presidente dal 61% degli imprenditori che hanno partecipato alla consultazione» non altrettanto chiaro è individuare l'ampia maggioranza che ha sostenuto il nuovo leader. In ogni caso, è probabile che la categoria dei metalmeccanici che riveste un ruolo decisivo in Confindustria per numero di soci e classe aziendale possa ottenere una delle due vicepresidenze. Fatti i conti, gira con insistenza il nome di Massimo Finco, che col papà Luigi gestisce la Arneg, un colosso dei banchi di refrigerazione alimentare. Insomma, l'Alta padovana si prepara ad espugnare Padova: mister Sirmax porta Cittadella nella serie A dell'imprenditoria, rafforzando l'egemonia dell'Alta che piazza il suo secondo presidente alla guida di Confindustria. Figlio d'arte, imprenditore che sul complesso ricambio generazionale ha costruito la propria fortuna inventando un'azienda di trasformazione delle materie plastiche (Sirmax, appunto) lasciandosi alle spalle quella paterna (un colosso dell'edilizia), Massimo Pavin non ha mai fatto mistero di vivere la sua appartenenza a Confindustria con la passionaccia da tifoso che il sabato pomeriggio sfodera allo stadio quando va a seguire l'amato Cittadella (il padre Giancarlo, tra l'altro, ne è il vicepresidente). Dopo aver sofferto a giugno per la mancata promozione in A dei granata, Pavin ha trovato un nuovo sbocco al suo entusiasmo, conciliando ragione e passione da imprenditore con le ragioni confindustriali: rilanciare gli industriali nella massima divisione dell'economia nazionale. Come farà? ha già una ricetta? Lui è il tipo che non fa troppi misteri, d'altronde non parte da zero. Raccoglie il testimone di Francesco Peghin, che ha già spostato a nord del capoluogo provinciale il baricentro dell'industria, verso quell'Alta già rappresentata ai massimi livelli dal patron della Arneg, Luigi Finco. Ma nella giunta Pavin - di diritto - ci sarà un altro pezzo del cuore pulsante dell'economia cittadellese: il «saggio» Giampietro Didonè (Cortal). Lo abbiamo intercettato in Argentina, dove si trova per lavoro: «Sono contento perché è un riconoscimento all'imprenditoria dell'Alta. Abbiamo portato a termine un lavoro che rappresenta la volontà della base, degli associati. Certo, c'è da rivedere la posizione del consiglio generale nello statuto». Sarà in giunta? «Da un anno sono presidente della Sapi, la finanziaria di Confindustria: in giunta entro di diritto. Massimo è un vulcano di idee, ha capacità notevoli. Il nuovo incarico gli porterà via molto tempo, ma saprà proseguire il lavoro iniziato da Peghin, in tema di innovazione. E' un grande comunicatore, un motivatore. E' la scelta giusta, che esce da un sondaggio democratico». «Collaboreremo con Pavin perché sostenga i progetti di viabilità dell'Alta - spiega il sindaco-deputato Massimo Bitonci - Ci conosciamo fin da bambini, eravamo scout insieme nella squadriglia delle Pantere. Lui era il capo, io il suo vice, solo per questioni di età però! Pavin ha un anno in più di me», scherza Bitonci. Enzo Mantovan, presidente della delegazione cittadellese di Confindustria non nasconde una certa delusione «per la crema dell'imprenditoria padovana che ha avuto degli atteggiamenti non consoni, ingiustificati verso Massimo, un uomo che ha sempre lavorato per il bene dell'associazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video