Permessi facili, l’avvocato Bozzoli estranea alle accuse

PADOVA. Nessun favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per l’avvocato Caterina Bozzoli, 45 anni. Due anni fa venne indagata nell’inchiesta sui permessi facili mercanteggiati nell’Ufficio immigrazione della questura (oggi completamente ripulito), oggi è stata riconosciuta del tutto estranea a quella vicenda.
Vicenda chiusa
Lo hanno scritto nero si bianco tanto il pm Sergio Dini nella richiesta di archiviazione del procedimento avviato nei suoi confronti, quanto il gip Margherita Brunello che ha firmato il decreto di archiviazione. Decreto che ha chiuso il doloroso capitolo per il legale Bozzoli, con studio in centro, difesa dal collega penalista Massimo Munari.
A proposito della perquisizione che aveva subito lo studio in via Trieste e l’abitazione dell’avvocato Bozzoli, il gip sottolinea che «ha permesso di acquisire documenti e altre fonti di prova che non si dissequestrano in quanto parte del fascicolo della richiesta di rinvio a giudizio (a carico di altri)» ma precisa che tali documenti hanno consentito di non «poter ascrivere queste fonti a condotte illecite che abbiano visto l’avvocato Bozzoli quale consapevole partecipe». Il 5 febbraio 2017 esplode lo scandalo sui permessi facili che spedisce dietro le sbarre un poliziotto dell’Ufficio immigrazione, il sovrintendente capo Renzo Dalla Costa, mentre altri 6 poliziotti della questura padovana, un commercialista, due professionisti di un Centro di elaborazione dati finiscono sotto inchiesta (in totale sono 22 gli indagati) con l’abogado (titolo conquistato in Spagna) Sara Soliman e l’avvocato Caterina Bozzoli. Quest’ultima finisce nel mirino perché tratta le pratiche di regolarizzazione di alcuni cittadini cinesi. Tuttavia, come aveva scritto il pm, se (Bozzoli) «risulta aver trattato e trattare con frequenza e abitualità problematiche relative a permessi di soggiorno di extracomunitari, non risulta che abbia mai consegnato somme di danaro a operatori di polizia per ottenere trattamenti di favore... Non lo dice nessun indagato, neppure i più collaborativi, né vi sono altre dichiarazioni che l’accusano». «Nel corso della sua attività professionale l’avvocato Bozzoli ha sempre mostrato grande impegno, dedizione e professionalità, finendo talvolta per scontrarsi con numerosi uffici pubblici e pubblici ufficiali chiamati a gestire la complessa normativa dell’immigrazione» spiega il difensore, l’avvocato Munari. Accuse archiviate anche per l’abogado Sara Soliman (coinvolta in altri procedimenti analoghi) e per il poliziotto Vito Pacifico (a processo il 10 giugno per altre contestazioni). Totalmente scagionati il sostituto commissario Gianfranco Volpin; il commercialista Piergiuseppe Meneghello e ancora Michele Ardini, Fernando Lanuti, Susanna Penzo, Roberto Moressa, Devis Manoni, Endrit Dekavelli, Filippo Celegato.
Verso il processo
Tuttavia il pm Sergio Dini ha chiesto il processo per i permessi facili ottenuti per lo più da cittadini cinesi irregolari che non avevano alcun requisito a carico di 11 imputati: l’11 giugno il gup Domenica Gambardella si pronuncerà. Si tratta di tre cinesi, un moldavo e un macedone oltre ai poliziotti (all’epoca dei fatti incardinati nell’Ufficio Immigrazione) Fausto Fanelli, 51enne di Padova (ex sindacalista del Coisp); Renzo Dalla Costa 51enne di Campo San Martino (già condannato a 5 anni e 6 mesi lo scorso aprile per aver incassato una mazzetta di 200 mila euro in cambio di permessi di soggiorno a chi non aveva i requisiti per ottenerli); i consulenti del lavoro Denis Costa, 60enne di Campodarsego, e Franco Menegon, 63enne di Padova; il commercialista Cristiano Sachs, 40enne di Padova e l’impiegata Marta Fassina, 31enne di Vigonza. Il reati contestati a vario titolo? Concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico. —
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