«Personale da riorganizzare»

Il direttore Rupolo punta sull'alta specialità e chiede infermieri
DIRETTORE SANITARIO. Giampietro Rupolo, due anni di mandato
DIRETTORE SANITARIO. Giampietro Rupolo, due anni di mandato
 
E' dal giorno in cui ha preso le redini di via Giustiniani che non manca di chiedere rinforzi alla Regione: «C'è bisogno di infermieri» ripete. Giampietro Rupolo, direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera, si prepara a chiudere il primo biennio del suo mandato. Tempo di bilanci.
 Imperativo categorico: ridurre i reparti «generalisti» e puntare sull'alta specialità. Quindi, riorganizzare il personale «vero capitale dell'ospedale».  Rupolo sostiene che ci siano «margini di miglioramento della performance», ma che sarà il nuovo ospedale a rilanciare la sanità padovana: «Facciamo i conti con la necessità di adattare i miglioramenti dell'attività assistenziale ai limiti di una struttura obsoleta». Lui punta a sistemare i «muri», ma anche l'assetto dell'esercito di infermieri.  
Direttore, quanto pesa la carenza di personale sulla gestione dell'Azienda ospedaliera?  
«Il mio primo atto ufficiale da direttore sanitario è stato... chiedere un tavolo in Regione al fine di ottenere che, nella dotazione di personale, venga tenuto in considerazione l'alto indice di complessità dei pazienti che trattiamo. Seppur di poche unità però i numeri sono cresciuti: i medici sono passati da 568 a 586, gli infermieri da 2.390 a 2.415. Oggi però abbiamo un altro problema da affrontare: degli infermieri in servizio, solo 781 sono i cosiddetti turnisti, disposti a lavorare di notte e nei festivi. Poi dobbiamo considerare che un quinto del personale gode del part-time: un diritto, intendiamoci, ma da usare in modo flessibile. Per questo dovremo rivedere tutti i contratti».  
Quali sono le criticità?  
«In primo luogo adattare i passi da gigante che sta facendo la medicina a livello di tecniche e attrezzature con una struttura vecchia. Il personale rientra nell'ospedale obsoleto. Abbiamo 70 addetti al trasporto malati. Tanti? In un ospedale a padiglioni, non si fa altrimenti. Lo stesso infermiere perde tempo a trasferire i pazienti anche solo per un esame. Quest'anno poi abbiamo adottato un piano ferie "più spinto", per permettere ai dipendenti di godere delle vacanze. Ecco che se capita una malattia o una gravidanza abbiamo un problema da risolvere anche se, devo dire, stiamo riducendo i pacchetti ore».  
Quali saranno i prossimi interventi?  
«La Regione vuole che l'Azienda ospedaliera punti sull'alta specialità. E così stiamo facendo. Stiamo creando un'area trapiantologica: al piano terra del Policlinico il cuore; al piano rialzato il polmone; al secondo piano rene e fegato. Sistemata l'area chirurgica, affronteremo i reparti di area medica, che saranno organizzati per livelli di complessità. Verrà limitata la chirurgia generalista: come già annunciato dal direttore generale, con cui discutiamo tutte le scelte assistenziali, le chirurgie generali passeranno da nove a quattro. A breve poi al monoblocco daremo vita ad un reparto per detenuti. Non si tratta di idee frutto di scelte casuali. La direzione sanitaria lavora nel solco dei predecessori: dal "piano Grasso", ancora prezioso, al lavoro di Flor sul rischio clinico, a quello di Francesca Benini». (fa.p.)

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