Pia Covre: «Multare le prostitute è un abuso di potere»

«Le 21 prostitute hanno fatto benissimo perché parliamo di provvedimenti assolutamente illegali e abusivi. Multarle è un abuso di potere e mi ricorda i sistemi fascisti». Il duro attacco rivolto all’a...

«Le 21 prostitute hanno fatto benissimo perché parliamo di provvedimenti assolutamente illegali e abusivi. Multarle è un abuso di potere e mi ricorda i sistemi fascisti». Il duro attacco rivolto all’amministrazione Bitonci arriva da Pia Covre, la fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute e leader storica nella lotta alla violenza sulle donne. Dopo i ricorsi presentati alla sede della polizia locale a Palazzo Gozzi da parte di 21 squillo, multate per la violazione dell’ordinanza anti-prostituzione (500 euro), si è innescata nuovamente la polemica sul regolamento voluto dal sindaco Massimo Bitonci.

Attraverso un unico legale, le prostitute hanno chiesto l’annullamento delle multe basandosi sul principio che la legge non vieta la prostituzione. Le sanzioni sono arrivate (210 in quasi due mesi finora), perché le squillo sarebbero state sorprese in “atteggiamento che inequivocabilmente connota l’attività di meretricio”, come prevede l’ordinanza Bitonci. Sottigliezze, cavilli legali, che potrebbero anche determinare l’annullamento di tutte le sanzioni emesse finora.

«Qui si vieta la libertà di movimento» ha insistito la Covre «e si toccano i più elementari diritti umani. Un discorso è trovare qualcuno mentre compie atti osceni, ma questa degli abiti succinti è solo moralismo. Padova è un caso vecchio, c’erano problemi con Zanonato e oggi ne abbiamo ancora di più con il nuovo sindaco».

A rispondere a nome dell’amministrazione è l’assessore Fabrizio Boron: «Le ragazze incontrano i clienti sulle strade a rischio di violenze e senza alcuna garanzia sanitaria. Non hanno riconosciuto alcuno dei diritti sindacali e non pagano le tasse, vivendo così sempre ai confini della legalità. Facciano una class action contro Renzi e contro il Governo, non contro l’amministrazione comunale che, con i pochi strumenti che ha a disposizione, sta cercando di contrastare la prostituzione di strada, sia per tutelare il pubblico decoro, sia per difendere dallo sfruttamento decine di donne».

Boron, sostenuto dal sindaco Bitonci, che da anni dice la sua sulla prostituzione, rilancia l’idea delle case chiuse: «Debellare la prostituzione è impossibile e ciascuna donna, che liberamente decida di prostituirsi, dovrebbe poterlo fare, ma non in strada» ha sostenuto. «Deve pagare le tasse, con garanzie sanitarie per lei e per i clienti e, soprattutto, in strutture controllate, senza esporsi al pubblico ludibrio o allo sfruttamento di qualche magnaccia. Nei Paesi più evoluti d’Europa funziona così. Sono pronto a sfilare con le prostitute in piazza per chiedere al governo che cambi una legge assurda».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova