Agricoltura Padova, mancano mille stagionali: raccolti a rischio per carenza di manodopera

Nel Padovano è emergenza manodopera agricola: all’appello mancano almeno mille lavoratori stagionali. Le associazioni agricole chiedono procedure più snelle per il decreto flussi e interventi urgenti per garantire la raccolta estiva

Alessandro Cesarato
Addetti raccolta ortaggi nei campi
Addetti raccolta ortaggi nei campi

 

L’estate è iniziata, e con essa entra nel vivo la stagione della raccolta agricola in tutta la provincia. Nei frutteti, nei vigneti e negli orti del Padovano si moltiplicano le attività, ma all’appello mancano centinaia di lavoratori stagionali. Almeno un migliaio secondo le stime delle associazioni agricole. Un’emergenza silenziosa, che si ripresenta puntuale ogni anno e che oggi, complice il clima torrido, rischia di compromettere parte delle produzioni agricole del territorio. Senza interventi efficaci, il rischio è che a soffrire non siano solo le imprese, ma l’intero sistema produttivo.

Il dato 

Le aziende agricole, nonostante le numerose istanze presentate già a febbraio per lavoratori extra Ue, faticano a reperire la manodopera necessaria per affrontare la raccolta estiva. «Il fabbisogno è sempre maggiore della disponibilità» rileva il presidente di Coldiretti Padova, Roberto Lorin, «servono strumenti normativi più efficaci, che permettano alle imprese di assumere in modo tempestivo e coerente con i tempi dell’agricoltura». Nel mirino c’è il sistema del “click day”, la procedura centralizzata e limitata temporalmente con cui si presentano le richieste di manodopera stagionale straniera nell’ambito del decreto flussi. «Troppo spesso» sottolinea Lorin, «i lavoratori ottengono il nulla osta quando la stagione è ormai conclusa. È fondamentale lavorare a una velocizzazione dei processi all’estero, attraverso il diretto coinvolgimento dei Consolati. Il nuovo decreto rappresenta un importante passo avanti per garantire la disponibilità di lavoratori nei campi. È necessario, però, favorire l’incontro tra domanda e offerta e consentire alle imprese di presentare le istanze in qualsiasi momento dell’anno, in base ai reali fabbisogni. Ci sono peraltro le premesse per alzare le quote nei prossimi tre anni».

Semplificazione e snellimento 

Un’esigenza condivisa da Cia Padova: «Il problema» precisa il direttore provinciale Maurizio Antonini, «non è tanto nei numeri quanto nei tempi. La procedura è lenta, farraginosa e in molti casi le autorizzazioni arrivano anche a ottobre, quando le campagne di raccolta sono finite». E si tratta spesso degli stessi lavoratori che ogni anno tornano nelle stesse aziende. Persone qualificate, conosciute dagli imprenditori, ma costrette ad attendere settimane per una firma. «Servono semplificazione e snellimento» insiste Antonini, «altrimenti salta tutto il sistema».

Nel Padovano, come nel resto d’Italia, il lavoro agricolo stagionale è sostenuto da una parte sempre più importante di manodopera straniera. Oltre un terzo degli stagionali proviene da Marocco, Egitto, India, Pakistan e da altri Paesi extra Ue. A livello nazionale, secondo un dossier Idos, più del 29% delle giornate di lavoro agricole è coperto da lavoratori stranieri, molti dei quali a tempo determinato e con un’esperienza consolidata nel settore. A complicare il quadro c’è poi il caldo estremo che sta investendo anche il Veneto.

Fino al 31 agosto è entrata in vigore l’ordinanza regionale che vieta lo svolgimento delle attività agricole all’aperto nelle ore più calde della giornata, tra le 12. 30 e le 16, nei giorni in cui il sito worklimate. it segnala un’allerta di livello 2 o 3. I datori di lavoro dovranno monitorare giornalmente le condizioni meteorologiche della zona di attività e garantire pause adeguate, zone ombreggiate, acqua fresca e dispositivi di protezione. Una misura necessaria, sottolineano le organizzazioni agricole, ma che rischia di rallentare ulteriormente il lavoro nei campi.

«È importante che il Governo confermi anche per quest’anno la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione ordinaria in deroga» appunta Coldiretti, «per compensare le ore perse a causa delle sospensioni». Sul fronte sicurezza, Coldiretti e Cia hanno predisposto vademecum multilingua da distribuire a lavoratori e imprenditori. —

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