Picchiato e insultato da nomadi accampati sul fiume a Fontaniva

Pugni e sassate perché passeggiando ha “osato” guardarli L’aggredito: «Gente pericolosa, sul Brenta non ci torno più»
Di Silvia Bergamin
POLETTO ROULOTTE NOMADI FONTANIVA
POLETTO ROULOTTE NOMADI FONTANIVA

FONTANIVA. Lo hanno colpito con dei sassi, gli hanno sferrato pugni a ripetizione ferendolo a un orecchio. È stati aggredito e picchiato dagli zingari mentre passeggiava in riva al Brenta: sono stati attimi di autentica paura quelli vissuti nel tardo pomeriggio di venerdì da un uomo di 41 anni, residente a Castello di Godego (Tv).

«È da vent’anni che vengo a camminare a Fontaniva, mai avrei pensato mi potesse capitare una cosa del genere: non ci metterò più piede». I responsabili «sono zingari accampati da un paio di mesi e pericolosi». L'area è quella di Brenta Viva, lungo il terraglio: è il collegamento con la frazione cittadellese di Santa Croce Bigolina. «Erano le 17», racconta il trevigiano, «avevo parcheggiato l'auto sul ciglio della strada, come faccio sempre, e mi ero incamminato sulla stradicciola di sassi. È un percorso dove passa la gente in bicicletta, o a piedi, può venirci chiunque. Vicino a questo sentiero ci sono gli zingari accampati, con una roulotte. Ci sono passato vicino e mi sono stati tirati addosso sassi. Erano in due o tre. Mi sono sentito arrivare, da dietro, uno scooter. Poi è partito un pesante insulto».

L'aggressione: «Mi sono corsi dietro; quello sui 40 anni, mi pareva fosse ubriaco, è sceso e mi ha colpito con due-tre pugni alla testa. Me li ha sferrati con tale violenza che mi ha ferito ad un orecchio. Non sono esattamente di corporatura minuta, ma ho preso paura, avevo il sangue che mi colava dal lobo; se si fossero messi in due a picchiarmi, non so come avrei fatto. Mi sono liberato, finendo in uno spazio tenuto sotto controllo da un volontario dell'Associazione nazionale carabinieri in congedo. Nel frattempo ho chiesto l'aiuto al 112». Non era la prima aggressione della giornata: «Cinque minuti prima del mio arrivo, era stata presa di mira un'altra persona. È gente pericolosa. E se tirassero fuori un coltello? Solo per averli guardati mi hanno tirato dietro dei sassi».

La protesta: «È la prima volta che mi càpita una disavventura del genere, è ora di smetterla di lasciarli accampare lungo il Brenta, la gente ha paura. Ovvio che nemmeno io ci andrò più». Un cartello del Comune vieta ai nomadi di accamparsi, «ma allora come si spiega la presenza della roulotte?» Paura: «Denunciarli? Non c’erano testimoni. I carabinieri poi mi hanno detto che quegli zingari sono stati in galera più volte. Alla fine, sono stati gli uomini dell'Arma ad accompagnarmi all'auto, temevo di poter ritrovare i miei aggressori. È desolante subire queste angherie, ed è un vero peccato: la zona è bella e mi dispiace doverla abbandonare dopo vent’anni che la frequento».

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