Piove rinuncia alla festa di Capodanno

Niente brindisi in piazza, Sartori (Pd) va giù duro contro la giunta Marcolin: «E’ incapace di gestire persino l’ordinario»

di Elena Livieri

PIOVE DI SACCO

Niente festa di Capodanno in piazza il prossimo primo gennaio a Piove di Sacco: dopo tanti anni di onorata carriera che aveva fatto la gioia di tanti cittadini, una delle feste popolari più partecipate e apprezzate è stata mandata in pensione dalla giunta Marcolin. E senza alcun motivo particolare, almeno apparentemente.

A sentire il vicesindaco Andrea Recaldin, è stata una scelta dei promotori delle manifestazioni natalizie, Pro loco in primis, di non prevedere nulla in calendario per il primo giorno dell’anno nuovo, scegliendo invece il giorno dell'Epifania per chiudere le feste.

Niente cioccolata calda per i bimbi, niente panettoni e spumante per il brindisi e niente sindaco ed ex sindaci con tanto di grembiule ad affiancare i volontari della Pro Loco nel servizio ai cittadini. Eppure si è fatto così per più di dieci anni, così si salutava il nuovo anno, all'insegna della festa popolare in piazza e della condivisione.

C’è a dire il vero il precedente che negli ultimi due anni si era perso lo spettacolo dei fuochi d'artificio. Ma in fondo, pur togliendo un po' di fascino al Capodanno in piazza, la mancanza dei giochi pirotecnici non aveva compromesso la buona riuscita dell'iniziativa. Tant'è.

«Siamo di fronte all'ennesimo vuoto di questa amministrazione - è il commento di Simone Sartori, vicesegretario del Partito Democratico – che si dimostra incapace di programmare e gestire eventi ormai entrati nell'ordinario. Si rinuncia ad una festa tradizionale, che sapeva riunire tutta la comunità, cosa che sarebbe quantomai importante ripetere in un periodo di tensioni sociali e difficoltà come questo. Ma il sindaco e i suoi assessori hanno già avuto modo di dimostrare quanto poco sia nelle loro corde il rapporto diretto con i i cittadini».

« Il Comune – prosegue Sartori - lascia ai commercianti l’onere di promuovere gli eventi in centro, e loro lo fanno, giustamente, quando ne possono trarre dei vantaggi, cioè nei giorni in cui i negozi sono aperti. Così non è a Capodanno. Ma l'amministrazione comunale e la Pro loco non possono ragionare solo in termini di commercio, la città vive prima di tutto di persone. Ci auguriamo che la giunta di centrodestra rimetta mano al calendario delle manifestazioni e che ripristini il Capodanno in piazza». Da parte sua il vicesindaco Recaldin conferma: «In effetti non si è previsto nulla per il primo dell'anno, pensando di raggruppare la festa il 6 gennaio». Giorno in cui è programmata la prima deroga dell’anno per l'apertura festiva dei negozi. «Non è detta l’ultima parola – lascia aperto uno spiraglio - magari qualcosa alla fine si farà»

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