Pistole spianate per l’incasso della sagra

SAN MARTINO DI LUPARI. Terrore alla festa del paese: una banda di rapinatori fa irruzione quasi all’una di notte, un energumeno con il passamontagna punta una pistola contro un volontario. I malviventi arraffano solo 120 euro. Ma dietro di sè lasciano una scia di paura e angoscia. Il commando è entrato in azione sabato notte all'Agosto Borghettano, storica manifestazione che vivacizza la frazione di San Martino di Lupari in questi giorni.
Un blitz di una manciata di minuti, consumatosi poco dopo mezzanotte e mezza. Sono gli organizzatori a ricostruire, nei dettagli, quei terribili istanti: «Mancavano 20 minuti all'una, la presidente Patrizia Rubin era seduta in cucina con un collaboratore della sagra, noi eravamo un po' tutti sparsi nei diversi stand che abbiamo allestito». Tutto tranquillo, lineare: si avviava a conclusione della terz’ultima serata.
«Una collaboratrice si è allontanata qualche istante per recuperare una felpa e si è accorta che c’era un'auto sospetta fuori dell’area attrezzata, delimitata dalla recinzione e dal cancello».
Era un'Audi di colore nero, dentro c'erano alcune persone. È rimasta perplessa, ma non si è preoccupata eccessivamente. Una volta rientrata ha riferito a Patrizia Rubin e all'altro volontario: «Ho visto una macchina strana, proprio fuori dal cancello, non l'avevo mai vista prima». Una frase buttata lì, senza darci eccessivo peso. Il collaboratore si è quindi alzato, per scrupolo, e ha raggiunto il cancello, a neanche tre metri dalla cucina, e l'ha aperto per un accertamento veloce. Ma a quel punto «si è trovato di fronte un energumeno, alto almeno un metro e 90 centimetri; il volto era travisato da un passamontagna ed era tutto vestito di scuro, per mimetizzarsi con la notte. Era robusto, faceva impressione. Un armadio di uomo, solo la stazza metteva paura».
Il rapinatore ha puntato la pistola contro il malcapitato. Poi una frase secca, perentoria, definitiva: “Scappa, vai via, o sparo”. La minaccia è stata scandita in italiano,senza inflessioni straniere o dialettali. L'uomo, d'istinto, è scappato, senza pensarci un attimo. La presidente Rubin, vista la scena, ha iniziato a urlare con tutto il fiato che aveva in gola, si è alzata di scatto ed è corsa via.
Nonostante ci fosse ancora la musica della festa, altri volontari hanno sentito le grida e sono corsi sul posto per vedere cosa stesse capitando. Lo stesso hanno fatto le poche decine di persone che in quel momento si trovavano sotto lo stand gastronomico, la cucina era stata chiusa da poco e stavano consumando le ultime pietanze distribuite. Il rapinatore ha approfittato di quei pochi istanti di smarrimento e, con un piede di porco, ha forzato la porta del prefabbricato dove si trovano gli uffici della sagra e ha rubato una valigetta 24ore, che conteneva documenti del Centro Ricreativo, e la borsa di una giovane del posto, Jenny Saccon, con dentro 120 euro e un telefono cellulare iPhone. «Lo abbiamo visto fuggire, aveva tre complici, tutti con il passamontagna e il berretto scuro: due facevano i pali in strada, un altro era alla guida della macchina».
I promotori dell'Agosto Borghettano non si sono dati per vinti: uno di loro ha preso in mano un fusto di birra vuoto e l'ha scaravento contro l'Audi, mandando in frantumi un vetro. Il gesto non è però bastato a bloccare la fuga dei malviventi che a tutta velocità sono scappati verso Camposampiero, facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Cittadella che, una volta ricostruita la vicenda, si sono messi alla ricerca degli oggetti rubati seguendo il segnale gps dello smartphone; in questo modo, è stato possibile recuperare sia la valigetta che la borsa della giovane; mancavano solo i 120 euro in contanti. Un danno di modesta entità, i banditi non sono riusciti a sfiorare l'incasso della festa, che al sabato raggiunge sempre cifre importanti. Resta tuttavia una brutta sensazione: «Abbiamo preso davvero un grosso spavento, facciamo tutto per spirito di volontariato, non ci saremmo mai aspettati che potessero farci questo».
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