Più di mille ad Arsego per piangere Andrea

SAN GIORGIO DELLE PERTICHE. Un migliaio di compaesani, amici e colleghi ieri mattina si sono uniti alla famiglia nel dare l’ultimo saluto ad Andrea Facco, il macellaio del Famila di Curtarolo che ha messo fine alla sua vita domenica scorsa nel luogo di lavoro. Alla messa funebre c’era Marcello Cestaro, consocio della rete di supermercati, che al termine del rito si è intrattenuto brevemente con Rina Mariella ed Elio Facco e con i fratelli di Andrea, Valter, Massimo e Barbara. Ad accogliere il feretro coperto di rose bianche le note di Fratello Sole, Sorella Luna. «Siamo qui in tanti non per dire molte parole ma per fare tanto silenzio e innalzare a Dio una preghiera ricca di fiducia» ha esordito don Francesco Frigo, il parroco «Lo facciamo per Andrea, lo facciamo per i suoi familiari che stanno soffrendo. Gli amici e i colleghi di Andrea si sentano accolti e benvenuti in maniera speciale».
Don Francesco ha più volte pronunciato la parola “fragilità”. «La morte di Andrea ancora una volta dice alla nostra comunità quanto siamo fragili, quanto siamo deboli e limitati. E questo si scontra con la mentalità della nostra società, dove siamo portati ad apparire, a dimostrare. La realtà invece è che siamo fragili, e allora dobbiamo farci delle domande e coltivare delle idee».Toccante l’omelia: «Nessuno di noi prevedeva oggi di essere qui, di trovarsi di fronte a un dolore così grande. La vostra presenza è un segno visibile di vicinanza ai genitori perché sentano non solo il freddo e l’ingiustizia della morte ma anche il calore dell’amicizia e della solidarietà». Il sacerdote si è poi rivolto ai colleghi di Andrea: «In una società dove non ci si ferma mai, vi ringrazio per il gesto di aver chiuso l’attività commerciale perché l’amicizia deve motivare il cuore nel cammino della vita».
Le offerte raccolte durante la celebrazione verranno devolute all’Admo e all’Aido, due associazioni alle quali Andrea Facco era iscritto. «Lo destineremo loro per dare seguito a questa sua intenzione» ha informato don Francesco. A un’amica è stato affidato l’unico ricordo: «Cia Gnea, cosi ti chiamavamo. Eri un trascinatore, avevi un carattere deciso. Ma era davanti ai fornelli che davi il meglio di te, fantasia, creatività, buon gusto e cura nei dettagli. Vogliamo pensarti ancora così, sorridente». Infine l’addio, fra lo strazio dei familiari e degli amici. «Andrea, possa tu trovare pace, possa tu sentire Dio che ti chiama come lui solo sa fare, che ci riconosce figli» ha concluso don Francesco.
Giusy Andreoli
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