Poco nettare dai fiori precoci Stagione dura anche per le api
PADOVA. Anche le api risentono degli eccessi del clima e negli alveari in questi giorni la produzione di miele va a rilento. Per l'apicoltura e il miele nostrano si annuncia un altro anno difficile, dopo il biennio precedente segnato da un sensibile calo della produzione a causa di problemi sanitari, inquinamento e altri fattori che compromettono l'indispensabile lavoro delle api. Prima la siccità e adesso il brusco abbassamento della temperatura si fanno sentire anche nelle arnie. «In questo periodo sono sbocciati anche con venti giorni di anticipo tutti i fiori primaverili» osserva Paolo Molon, apicoltore di Conselve «ma si tratta di una fioritura “povera” di nettare perché dovuta alla siccità e al caldo. Questi fiori non sono nati in condizioni ottimali e pertanto non presentano una produzione ideale di nettare. Adesso l'abbassamento delle temperature peggiora le cose, perché blocca l'attività vegetativa e può rischiare anche di far cadere i fiori. Le api tutto sommato reggono bene questi sbalzi di temperatura, ma il problema sta nella scarsità di nettare. Lo riscontriamo sull'acacia, ad esempio, che proprio in questo periodo dovrebbe dare il massimo. Tutto questo ovviamente si ripercuote sulla produzione di miele nel nostro territorio, che già negli ultimi anni ha conosciuto un deciso calo. Purtroppo questa scarsità di prodotto aumenta anche il rischio di “invasione” di miele estero, di provenienza poco chiara». Gli apicoltori professionisti nel Padovano sono qualche decina, a fronte di alcune centinaia di hobbisti. «In queste situazioni l'apicoltore professionista fa la differenza» sostiene Renato Piccolo di Loreggia «perché in precedenza ha lavorato sulle arnie per affrontare anche queste situazioni critiche, salvare la produzione ed evitare ad esempio che le api possano sciamare all'improvviso». (n.s.)
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