Pollini di Padova, Orio è il nuovo direttore: «La città adotti il conservatorio»

Insegnante di violino e musica da camera, critico sulla sede vecchia e insufficiente. «Sull’auditorium non c’è alcun progetto. Ma serve una sala da 100 o 200 posti»
Elio Orio è nativo di Fabriano e vive a Padova da oltre dieci anni
Elio Orio è nativo di Fabriano e vive a Padova da oltre dieci anni

PADOVA. Per i prossimi tre anni il Conservatorio Cesare Pollini sarà guidato da Elio Orio. Dopo quattro mandati sotto la guida di Leopoldo Armellini, l’ente cambia direttore.

Il nuovo direttore

Nato a Fabriano nelle Marche, Orio ha passato la prima parte della sua vita in Piemonte, dove ha studiato il violino. La musica ha sempre accompagnato le sue scelte. Alla professione di musicista ha affiancato l’insegnamento, come docente di violino, prima in piccole scuole, fino ad arrivare al Conservatorio di Monopoli, per un anno, seguito dai 17 al Conservatorio di Adria, dove negli ultimi 6 è stato anche direttore.

A padova da 11 anni

A Padova arriva 11 anni fa, e qui ha scelto di vivere e lavorare. È insegnate di “Musica da Camera” al Conservatorio Pollini. Orio ha le idee ben chiare su cosa fare nei prossimi tre anni: la sua direzione sarà all’insegna dell’apertura, che passa dalla necessità di far rete con gli altri enti cittadini, dall’Università alle orchestre e le associazioni che si occupano di musica. E poi: trovare modi e momenti per allungare le collaborazioni anche nei Comuni della provincia e dare un respiro internazionale al Pollini, aprendosi verso realtà all’estero, creare progetti di scambio per docenti e studenti.

Il problema degli spazi

Uno dei problemi del Conservatorio sono gli spazi insufficienti e vecchi. Come pensa di intervenire? «Il Conservatorio ha ricevuto da poco un milione di euro con l’Art Bonus. L’iter sarà lungo, ma con questo contributo potremo consolidare e mettere in sicurezza gli spazi interni. Non è un contributo che risolve il problema, ma permette che l’edificio non cada a pezzi. Credo che i lavori non inizieranno prima del 2022».

E ancora: «Come Conservatorio è evidente e noto a tutti che abbiamo dei grandi problemi di sede, logistici e di sicurezza, quindi chiedo a tutti i cittadini di ritrovare, prima di tutto, un senso di orgoglio. I padovani non possono più accettare che in questa città si faccia musica in una sede non più all’altezza di ciò che merita».

L’auditorium

E per quanto riguarda l’auditorium? «Sull’auditorium non c’è alcun progetto. Per quanto riguarda le esigenze del Conservatorio non c’è bisogno di ampliamenti: in caso di concerti importanti si possono fare due date, come succede in altre città. Se penso alle esigenze del Conservatorio invece serve una sala da 100 o 200 posti, un luogo più raccolto per fare piccoli concerti e i saggi».

Ha già pensato ad una programmazione che coinvolga studenti del Conservatorio e cittadinanza? «Di certo continueremo con rassegne come “I Sabati del Conservatorio”, cercando però di dare un tema, un filo conduttore. Pensavo di introdurre i Concerti–Aperitivo, che solitamente si fanno di domenica alle 11. Non è un’idea nuova, ma sta riscuotendo successo in altre città. Le idee non mancano». —
 

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