Polo logistico, Cervet investe 100 milioni

Riqualificazione globale di San Bortolo con un hub per l’agroalimentare su un’area di 132 mila mq, lavori al via in primavera
Di Camilla Bottin
bottin - via campestrin - monselice - 23/08/2016 - PROGETTO PER IL NUOVO POLO LOGISTICO IN VIA CAMPESTRIN NELLA VOTO: LA VIA E LA ZONA INTERESSATA PH ZANGIROLAMI
bottin - via campestrin - monselice - 23/08/2016 - PROGETTO PER IL NUOVO POLO LOGISTICO IN VIA CAMPESTRIN NELLA VOTO: LA VIA E LA ZONA INTERESSATA PH ZANGIROLAMI

MONSELICE. Ex area artigianale di San Bortolo, la riqualificazione porta il nome della Cervet di Mirano (Ve). L’azienda dell’imprenditore Francesco Fracasso creerà nella zona compresa tra via Rovigana e via Campestrin un nuovo polo agroalimentare che darà lavoro a tempo indeterminato a 400 addetti. L’annuncio è confermato dallo stesso amministratore di Cervet srl, società di general contracting che punta a sviluppare a Monselice il progetto denominato “Agrologic”. «Il nostro piano», spiega Fracasso, «prevede la realizzazione di un hub agroalimentare che si svilupperà su una superficie di oltre 132 mila metri quadri e sarà pensato per la produzione, la lavorazione, il confezionamento, il magazzinaggio e la distribuzione di prodotti agroalimentari del tipo più innovativo e a basso impatto ambientale». Il nuovo polo verrebbe realizzato mediante una variante alla “nuova zona artigianale-commerciale” in prossimità dell'innesto con la statale Rovigana, un'area che attualmente è abbandonata dopo la liquidazione della precedente proprietà Nuove Zone Produttive Monselice Scarl.

«L’azienda», spiega Fracasso, «ha seguito l’iter necessario per presentare la variante senza modificare la destinazione d’uso dell’attuale Piano urbanistico e confidiamo di poter partire in primavera, nel periodo tra marzo e aprile. In questa fase abbiamo lavorato sul piano urbanistico e sul masterplan, ma a breve partiremo con la progettazione, sarà coinvolto lo studio Asa di Vicenza per quanto riguarda l’architettura e la Fm di Milano per quanto riguarda la tecnologia. La nostra parte l’abbiamo fatta, ora tocca al Comune. Prima sarà possibile sbrigare la burocrazia, prima si potrà partire a pieno ritmo».

La variante al piano urbanistico citata da Fracasso è possibile solo grazie alla sinergia e alla convergenza di obiettivi privati e pubblica utilità con il Comune che ha approvato proprio ieri uno schema di accordo pubblico-privato. Questa intesa prevede una rigenerazione della zona, attualmente abbandonata, grazie alla certezza di 400 nuovi posti di lavoro che garantirebbero nuove prospettive economiche a tutte le imprese del territorio. La Cervet ha già promesso di farsi carico di un investimento totalmente privato di 13,5 milioni nell’ottica di migliorare la viabilità della zona. Oltre agli oneri di urbanizzazione secondaria e ai vari contributi edilizi che si svilupperanno su un’altezza di 32 metri, l’azienda si occuperà di alleggerire il traffico che transita lungo la zona industriale grazie alla realizzazione di 4 nuove rotatorie poste lungo il percorso che dal casello autostradale dell’A13 si collega con la statale Rovigana passando per la Monselice Mare. Le rotonde, previste in via Orti e in via Rovigana, faciliteranno l’accesso alla zona industriale durante i lavori di riqualificazione.

Successivamente si prevede anche la realizzazione di un nuovo casello industriale sull’A13 in prossimità della Monselice Mare che comporterà uno sviluppo non solo del territorio di Monselice ma anche dei Comuni vicini come Pozzonovo, Tribano, Conselve e Solesino. In caso di parere negativo da parte delle Società Autostrade per l’Italia e del Ministero delle Infrastrutture si è già pensata l'alternativa: l’azienda di Fracasso in questo caso realizzerebbe al posto del secondo casello, con lo stesso investimento, una nuova bretella stradale, la cosiddetta complanare, che eviterebbe l’attraversamento del centro di Monselice collegando l'area sud del territorio della città direttamente all'autostrada. Si tratterebbe così di un miglioramento globale della viabilità dovuto all'impatto ridotto del transito dei mezzi pesanti che non farebbero la spola tra il polo e l'autostrada senza toccare il centro.

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