Portello blindato, primo arresto
Bloccato un giovane che aveva appena rubato la borsa a una studentessa

ARRESTATO. Sami Rhimi, 23 anni, tunisino, bloccato in via Portello e a sinistra i controlli notturni
Primo giorno di controlli serrati al Portello e primo arresto da parte dei carabinieri del Radiomobile di Padova. Non si tratta di uno spacciatore (troppe divise in giro), bensì di un ladro bloccato con in tasca un Ipod, un paio di occhiali e un portafoglio di proprietà di una studentessa di origine belga, 22 anni, che stava trascorrendo la serata al Portello River Festival.
Ironia della sorte, la scoperta del furto da parte della giovane e l'arresto di Rhimi sono avvenuti contemporaneamente. Mentre la giovane si accorgeva che la borsa al suo fianco non c'era più (la ventiduenne, verso le 23,15 era seduta sulla scalinata sul Piovego), dall'altra parte del fiume i carabinieri stavano ingaggiando una colluttazione con il tunisino che dopo aver scagliato contro la pattuglia la bicicletta, aveva tentato di fuggire lungo via Portello.
FUGA E ARRESTO.
La studentessa, infatti, ha chiamato il 112 e l'operatore dell'altra parte l'ha invitata ad attraversare la porta perché i suoi colleghi avevano appena fermato una persona che aveva in tasca gli oggetti che lei aveva detto fossero contenuti nella borsa. Considerata la flagranza, il tunisino è stato arrestato per furto, oltre che per resistenza a pubblico ufficiale. Sami Rhimi, arrivato a marzo in città via Lampedusa, il 9 aprile scorso aveva ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il 28 aprile era già finito nei guai per questioni legate allo spaccio di stupefacenti. L'altra sera l'arresto per furto.
«PADOVA E' SICURA».
Nonostante l'abbiamo derubata due volte in casa, di cui una mentre dormiva con i suoi amici. Nonostante due volte le abbiano portato via il portafoglio, altre due il computer e, l'altra sera, al River Festival del Portello, le abbiano sottratto la borsa, la giovane studentessa belga di 22 anni, iscritta all'Università da tre anni, non giudica Padova una città molto pericolosa. Al Portello - fa sapere - ci tornerà quanto prima e di paura non vuol sentir parlare. «Mi hanno solo portato via la borsa mentre guardavo un film - racconta con poca voglia - E' una cosa che può succedere ovunque e a chiunque. Non per questo mi sento in pericolo e non per questo ritengo di dover aver paura». Con i suoi 22 anni, un visino francese e i capelli biondi a frangetta, la studentessa difende le sue idee con forza. Ringrazia i carabinieri «che hanno fatto bene il loro lavoro» ma ci tiene a precisare «che i migranti non sono dei delinquenti. Io per prima sono una straniera in questo Paese. Credo si esasperi troppo una visione a senso unico delle cose, ovvero che i migranti siano pericolosi. Mentre la stragrande maggioranza lavora, è seria e realizza cose buone». Tuttavia ammette che alla scoperta della borsa trafugata «sono andata un po' in panico: dentro c'erano il portafoglio, il mio Ipod, le chiavi di casa. Ho chiamato subito il 112 e il loro intervento è stato immediato. D'altra parte è il loro lavoro». Dei gravi episodi di violenza che hanno coinvolto di recente il Portello la giovane studentessa non vuol parlare. «Con quello che è accaduto a me non centrano proprio niente» si schernisce decisa. Comunque sia i controlli voluti dal prefetto che interessano carabinieri, polizia, vigili e finanza, continueranno al Portello anche per le prossime settimane, per cercare di dare maggiore tranquillità ai residenti.
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