Pp1, il consorzio Pedron verso l’acquisto

È il Consorzio Stabile Pedron, di Villa del Conte, la possibile “ancora di salvezza” dell’area Pp1. La società immobiliare guidata da Flavio Pedron, che ha superato i 40 anni di attività (è nata nel 1974), è la capofila della cordata di imprese pronte a rilevare l’area tra via Trieste e via Valeri. E dunque a superare il concordato che, ormai da diversi anni, tiene fermo lo sviluppo di quell’area, diventata un problema di degrado e sicurezza per la città.
«È iniziata concretamente una fase che porterà a superare lo stallo – conferma l’avvocato Giuseppe Trabucchi, che sta seguendo l’operazione – Le prospettive sono positive, penso si riuscirà ad uscire fuori dalla situazione di crisi. Siamo pronti a dare a Padova un progetto interessante, che dovrebbe rivitalizzare e rinnovare un’area messa in crisi da uno stato di abbandono». Nessuna anticipazione, per ora, del disegno urbanistico. Solo l’assicurazione che non sarà «una semplice attività speculativa immobiliare».
Di certo si può dire ormai superato il piano guida predisposto nel 2003 dall’architetto italo-serbo Boris Podrecca, che prevedeva un grattacielo “duale” di 99 metri di altezza, con 28 piani di residenziale, e una serie di “ville urbane” raccolte attorno a una grande piazza. La nuova idea di sviluppo, secondo i promotori, avrà l’obiettivo di «valorizzare» la zona (è a 200 metri in linea d’aria dalla Cappella degli Scrovegni ed è cintura tra il centro storico e la stazione) e di dare anche «molto spazio al verde».
Tra via Valeri e via Trieste si è creato un “vuoto urbano” dopo il naufragio della “Progetto Pp1 spa”, società creata nei primi anni 2000 da quelle che allora erano le sei più grosse società immobiliari padovane: l’Edilbasso e la Belvedere di Loreggia, l’Im-Ca e la TreFin di Padova, la Nicolini Shares di Campodoro e la Tiemme Costruzioni edili di Camposampiero. Quest’ultima è l’unica che si è salvata dal ciclone della crisi immobiliare che ha messo in ginocchio l’intero settore delle costruzioni. Proprio la Tiemme dunque potrebbe avere un ruolo nel superamento del concordato, anche se non dovrebbe far parte della compagine di acquisto.
Una cordata che, come detto, si troverà a dover superare un concordato molto complesso. I debiti accumulati negli anni sono pesanti: il principale creditore, infatti, è la Cassa di risparmio del Veneto, che vanta un passivo di circa 18 milioni di euro. Ma anche Palazzo Moroni aspetta ancora il pagamento dei 12 milioni spesi per la bonifica dell’area.
L’amministrazione in ogni caso dovrà intervenire sull’area, con un atto urbanistico per modificare le condizioni del piano guida. E d’altronde il primo cittadino non aspetta altro che trovare qualcuno che lo aiuti a risolvere la situazione di degrado che si è prodotta negli anni e che, nelle scorse settimane, è diventata un’emergenza tanto da rendere necessaria la convocazione di un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza con il prefetto e il questore. «Ormai odio quel tendone crollato che si vede da via Trieste perché non è una bella immagine per Padova. È uno degli ingressi della città e non è certo un bello spettacolo. Da parte mia c’è il massimo impegno per cambiare questa situazione», aveva spiegato Sergio Giordani dieci giorni fa.
Adesso una speranza c’è e arriva da Villa del Conte, dove ha sede il consorzio Pedron. Un raggruppamento composto da tre aziende (I.Tec., Da.Pe. e Ital-Ge.Cos.) che operano in Italia e anche all’estero con 150 specialisti diretti e una sessantina di collaboratori esterni. Una grande azienda immobiliare che però, specialità tipicamente veneta, ha saputo mantenere la vocazione familiare: è guidata infatti dal patròn Flavio, dalla moglie Paola e dai figli Dario, Matteo e Ermanno. Negli anni, il consorzio, ha realizzato oltre 1.200 cantieri in nove regioni d’Italia per un totale di 900 clienti, prevalentemente enti pubblici. A Padova fa parte dell’associazione di imprese che sta realizzando il nuovo Centro congressi in Fiera.
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