Premiata la “non palestra” del movimento

Riconoscimento nazionale all’Officina di Abano, ritenuta l’idea più innovativa dell’anno

ABANO TERME. Tornare bambini e divertirsi come loro. Lanciarsi la palla senza avere per forza un campo delimitato e una rete in mezzo, saltare, arrampicarsi sugli alberi e fare le capriole.

Ecco, proprio dalle capriole è partito Adrian Sgarabottolo, per arrivare oggi a gestire insieme a Federica Valente e Andrea Schievano, la palestra più innovativa d’Italia, che si trova proprio ad Abano.

La storia di questo progetto parte proprio dalla passione per le capriole e da un incidente stradale.

«Ho sempre fatto sport» spiega Sgarabottolo «e mi sono sempre visto a ottant’anni a fare capriole. Ma le capriole, per riuscire a farle sempre, bisogna allenarle, perché non sono scontate: ecco perché non ho mai smesso di farle. Quattro anni fa ero in sella al mio ciclomotore e, arrivato a un incrocio, con la coda dell’occhio ho visto che sopraggiungeva un’auto. Quando ho capito che non si sarebbe fermata, mi sono buttato per terra, con quel movimento che ormai era diventato per me molto naturale, della capriola. Il mio scooter è stato centrato in pieno.

«In quel periodo gestivo piscine negli alberghi termali, ma non ero pienamente soddisfatto della mia vita. Mi sono preso un anno sabbatico e mi sono reso conto che quella che stavo portando avanti era un’idea di benessere che non mi bastava più, e che avevo bisogno di altro. È stato così, parlandone con Federica e Andrea, che abbiamo dato vita a un concetto di palestra basato sul divertimento e sulla naturalezza. È bastato trovare la struttura adatta ed è nata l’Officina del Movimento”.

La “non palestra” di Sgarabottolo è una struttura con due settori: uno al coperto, dentro all’edificio di via Trieste e uno all’esterno. In entrambe le situazioni ci sono gli attrezzi: rami intrecciati, scale, corde, spalliere. Non c’è un peso neanche a cercarlo con la lente d’ingrandimento, a parte qualche kettlebell, non c’è un macchinario nemmeno per sbaglio, a parte dei tapis roulant non elettrici.



«Quando siamo dentro, lavoriamo senza scarpe. Non ci sono specchi, per percepire meglio il proprio corpo, e abbiamo messo a punto dei programmi di “ginnastica” basati sul divertimento, tanto che ci piace dire che la nostra, più che una palestra, è un parco giochi di allenamento funzionale. Il fatto è» aggiunge Sgarabottolo «che c’è bisogno di muoversi, ma in questo momento c’è disaffezione verso i macchinari del fitness: c’è bisogno di qualcosa di più “umano”, di tornare a fare tutto quello che ci divertiva da bambini, ma con competenza».

Tanta è la differenza verso le comuni palestre, che il centro aponense è stato premiato nei giorni scorsi come Palestra più innovativa d’Italia 2018, il premio principale del settore palestre consegnato a Bologna, sbaragliando gli ottomila concorrenti. «L’80 per cento delle persone non ama fare fatica» aggiunge l’amministratore dell’Officina «pertanto volevamo uscire dagli schemi classici delle palestre». Stando al riconoscimento ricevuto, ci sono riusciti.

 

Argomenti:buone notizie

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova