Pro loco, salta il numero legale denunciate alcune irregolarità

Secondo i “dissidenti” il doppio ruolo di Comisso rischia d’invalidare alcuni atti Inoltre non è stato messo a disposizione l’elenco dei soci

ESTE. Pro loco, è una primavera ad alta tensione. Direttivi saltati, elezioni posticipate, segnalazioni all’Unpli e ricorsi al Garante: non sono certamente giorni tranquilli per l’ente presieduto da tre anni da Lisa Celeghin, già figura di spicco delle Civiche d’Este. Mercoledì scorso il direttivo dell’ente, convocato per procedere nell’iter necessario alla validazione delle elezioni (le cariche scadranno a giugno), è saltato per mancanza del numero legale: i consiglieri Carlo Cinotti, Antonio Olivato, Valter Pieressa e Piergianni Tinello hanno abbandonato la seduta lasciando soli la presidente Celeghin e gli altri quattro consiglieri, Giovanni Comisso, Guido D’Alessandro, Andrea Quadarella e Antonio Roveran. Mancavano anche i tre consiglieri di nomina comunale, Sandra Settimo, Emanuele Balbo e Carlo Zaramella. I quattro “dissidenti” hanno contestato la gestione della Pro loco, rivolgendosi anche al comitato provinciale Unpli per denunciare irregolarità che secondo loro sono state messe in atto dalla presidenza e che comprometterebbero la regolarità delle elezioni per il rinnovo delle cariche sociali.

Quali? Il doppio ruolo di Comisso, membro del direttivo e anche del collegio dei probiviri, che rischia di far diventare lo stesso arbitro di se stesso e di rendere nulli gli atti e le delibere in cui Comisso compare nel doppio ruolo. Altra irregolarità: l’assenza di comunicazioni sulla data delle elezioni, che si sarebbero dovute tenere il 14 aprile. E ancora, c’è chi – è il caso del socio Riccardo Piva – ha chiesto di poter prendere visione dell’elenco dei soci al fine di esercitare il proprio diritto di candidarsi al consiglio direttivo: lo statuto prevede infatti che ciascuna lista debba essere sottoscritta da almeno dieci soci e c’era evidentemente la necessità di contattarli.

La Pro loco ha negato la possibilità facendo così scadere i termini per presentare una lista concorrente, eppure l’Autorità per la Privacy – interpellata sul caso – ha risposto a Piva che la sua richiesta doveva essere accolta. Ribatte la Celeghin: «Il direttivo del 3 aprile doveva dare compimento ad un iter avviato il 28 febbraio, approvato all’unanimità seguito a procedure di rinnovo delle cariche. Secondo statuto il consiglio doveva proporre 12 candidature a completamento dell’unica lista già depositata, garantendo un percorso democratico di voto. Alle accuse di irregolarità si precisa che si è operato secondo il rispetto dello statuto che non evidenzia incompatibilità tra consigliere e proboviro. A tutela dei soci è stata applicata la nuova normativa sulla privacy come indicatoci in più sedi dall’Unpli, con cui la presidenza si è sempre confrontata. Ritengo i disordini attuali siano frutto di strumentalizzazione preelettorali che possono gravare sul diritto del socio di esprimersi col voto». —

N. C.

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