Profonda crepa sulla facciata di Ingegneria

Una lunga crepa che parte da terra e arriva al tetto: è ben visibile sulla facciata del complesso del Donghi, in via Marzolo 9, sede della scuola di Ingegneria. La fenditura, a tratti molto profonda, si è formata in seguito alle scosse del 2012, ma sembra che negli anni a seguire, nonostante l’assoluta calma sismica, il danno sia andato aggravandosi. La crepa, secondo un dipendente dell’ateneo che ne ha segnalato l’esistenza, era apparsa in seguito al terremoto in Emilia, per essere poi “stuccata”. Circa un anno fa, a distanza di parecchi mesi, è apparsa la crepa ben più evidente della precedente e che in alcuni punti arriva a diversi centimetri di larghezza e profondità. L’edificio, sembra, era sempre stato stabile: il problema è emerso in modo visibile solo in seguito allo scossone del 2012, ma già qualche anno prima erano state realizzate anche delle profonde escavazioni a ridosso delle fondamenta, mettendole allo scoperto e provocando altre crepe. Difficile valutare se e quanto il danno sia peggiorato in seguito al recente terremoto in centro Italia, così come è difficile stabilire se la stessa stabilità dell’edificio possa essere a rischio. Quel che è certo è che, già la settimana prossima, ripartirà l’operazione di controllo sugli stabili dell’università, al fine di verificarne lo stato di sicurezza e mettere a norma le eventuali irregolarità. Un’operazione ad ampio raggio resasi necessaria a seguito dell’inchiesta avviata dopo il terremoto in Emilia, quando sul tavolo del pubblico ministero Federica Baccaglini arrivò un dettagliato esposto sulla sicurezza delle sedi universitarie. Il Bo ha subito collaborato investendo per la sicurezza degli studenti in modo massiccio rispetto al passato: sono state centinaia, in questi anni, le situazione di pericolo che sono state sanate. Solo per la messa a norma di palazzo Maldura sono stati spesi 334 mila euro.
Silvia Quaranta
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