Profughi, il sindaco di Eraclea: alzo bandiera bianca

ERACLEA MARE. «Dopo un mese di battaglie mi trovo impotente, devo alzare bandiera bianca. Dopo i fatti di Quinto tutti si sentono legittimati a chiedere azioni eclatanti, ma un amministratore pubblico non può fare gesti incivili e spero che i cittadini si comportino bene». Ha la voce provata, segno di una stanchezza profonda, Giorgio Talon, sindaco di Eraclea Mare, località balneare diventata un fronte “caldissimo” dell’emergenza migranti, dopo l’arrivo di 250 immigrati arabo-africani in un residence e l’esplodere della protesta di cittadini e operatori del turismo.
Per Talon ieri è stata un’altra giornata a tensione alta, con la comparsa di un lenzuolo nell'area dove alloggiano da circa un mese i migranti con la scritta «sindaco fai l'incivile»: «Qualcuno vuole che io mi comporti così, ma non è questa la strada. Non è che facendo proteste come a Quinto che si ottengono risultati», ribatte. La via è quella dei continui contatti con le diverse realtà competenti, prefettura di Venezia in testa, per cercare soluzioni, per trovare alternative a una presenza che da più parti dicono aver avuto ripercussioni anche sulla stagione turistica. «Ho sentito il prefetto anche questa mattina», riferisce l’amministratore « e so che sta cercando il modo per spostare i profughi». Venerdì, nel corso di un colloquio telefonico, si è parlato della requisizione di una caserma di proprietà del comune, ma «gli ho detto di cercare prima spazi demaniali. Io non posso dargli la caserma, ci sarebbe una rivolta. Il segnale dei miei cittadini è che i profughi devono essere spostati e io sono il loro rappresentante eletto. Io un mese fa avevo fatto la mia parte ma adesso mi sento impotente».
Nella cittadina, il disagio è evidente, con il sit-in dei proprietari delle case del residence Magnolie e il presidio promosso dal gruppo Facebook “No i profughi a Eraclea”. Massiccia la presenza massiccia di forze dell’ordine: tutto si è svolto in modo pacifico e senza momenti di tensione.
In serata, ha fatto tappa ad Eraclea Matteo Salvini: «Questi residence devono essere messi a disposizione degli italiani in difficoltà, non dei ciabattanti che rischiano di rovinare una stagione turistica», le parole del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a Eraclea «non scappano da una guerra, per la stragrande maggioranza è gente che immigra illegalmente, solo una netta minoranza ottiene asilo, qua dentro ci sono immigrati clandestini e questa è una struttura che deve aiutare cittadini italiani in difficoltà». Salvini è stato accolto da circa 300 persone che in precedenza hanno intonato in coro lo slogan «sgombero, sgombero, sgombero». «Quello che è successo a Quinto di Treviso io non lo temo, io me lo auguro», ha continuato, riferendosi alle proteste dei giorni scorsi nel trevigiano «che la gente difenda le sue proprietà e il futuro dei propri figli io me lo auguro; il problema è non farli partire, non farli arrivare qui, non dove ospitarli». «Ci sono le mamme e i papà che si incazzano», ha aggiunto respingendo l'accusa di cavalcare la protesta «la Lega cerca di contenerla la protesta, non di cavalcarla. I prefetti? Se ne vadano tutti, si cerchino un lavoro. «Noi ci siamo sempre invitando alla calma, non incito io alla violenza ma è violenza di Stato ospitare qua i migranti e la colpa», ha concluso, riferendosi agli immigrati di Eraclea «non è loro ma di un governo di imbecilli».
«Qui, come a Quinto di Treviso, c’è la dimostrazione di come non si fa ospitalità: prime vittime sono i migranti, questa è una vergogna nazionale», ha fatto eco il governatore Lica Zaia «e lo dico con non poco imbarazzo visto che avevo parlato di questa cosa con Renzi che mi aveva garantito che sarebbe intervenuto».
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