Prolasso uterino, nuova tecnica

MONSELICE. Una nuova tecnica, nata dalla sintesi tra i migliori specialisti italiani e americani e portata avanti esclusivamente nell’ambito dell’Usl 17. Artefice della felice sperimentazione è il dottor Paolo Lucio Tumaini, direttore dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia: il primario ha messo a punto un’inedita tecnica per la correzione del prolasso uterino, patologia che comporta il distacco dell’utero dalla sua sede e la successiva penetrazione all’interno della vagina.
Una circostanza, questa, legata in particolare alle donne che vivono più parti e che, nei casi più gravi, richiede un intervento di tipo chirurgico, condizione fortemente invalidante sia nella sfera sessuale che in quella delle funzioni corporee quotidiane.
«La nostra è una metodica di intervento per via laparoscopica e in parte vaginale, che non prevede l’utilizzo di protesi e allo stesso tempo riduce drasticamente il rischio di altre complicazioni» spiega lo stesso Tumaini, che nell’ultimo anno ha utilizzato questa tecnica su 50 pazienti senza aver avuto nemmeno un caso di complicanze. Si tratta di un’operazione che dura un’ora e mezzo e il recupero della paziente richiede circa due o tre settimane.
Tumaini, che ha messo a punto la tecnica nel corso di un master al San Gerardo di Monza, è praticamente l’unico in Italia a portare avanti questo tipo di intervento: «Evitiamo quelle controindicazioni che comporta, ad esempio, l’inserimento di una protesi, dal rischio di rigetto a un errato posizionamento conseguente. Anche l’intervento per via vaginale e senza protesi presenta controindicazioni notevoli: il rischio è per esempio quello di ledere l’uretere, complicanza che peraltro non è facile da individuare immediatamente. Anche i migliori specialisti del mondo hanno un’incidenza dell’8%, con medie che arrivano pure al 16%». La tecnica di Tumaini, inoltre, garantisce costi ridotti e la possibilità di rioperare in caso di fallimento.
Nicola Cesaro
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