Prostituzione sulla Postumia, tre arresti

SAN MARTINO DI LUPARI. Prostituzione lungo la Sr 53 Postumia a Campagnalta, i carabinieri di San Martino di Lupari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei albanesi e di un trevigiano, ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di sfruttamento, reclutamento, induzione favoreggiamento alla prostituzione, estorsione e furti aggravati in abitazione. Nel mirino dei militari del luogotenente Ambrogio Maggio è finito Paolo Lorenzato, 48 anni, residente a Castelfranco. Con lui in carcere Vera Hiska, 46 anni, albanese, e il connazionale Mbarim Shperdhea, di 38, entrambi senza fissa dimora, mentre altri quattro sono ricercati.
L'operazione si è svolta tra Castello di Godego, Santa Giustina in Colle e Cittadella. L'indagine è nata lo scorso novembre, partendo dalle segnalazioni fatte alle forze dell'ordine dai residenti, stanchi di dover sopportare ogni giorno il continuo via vai dei clienti alla ricerca di intimità con le meretrici. Dalle indagini è emersa l'esistenza di due sodalizi criminali di etnia albanese, con base nelle province di Padova e Treviso, che quasi quotidianamente mettevano sulla strada una decina di giovani donne, tra i 20 e i 25 anni, tutte originarie dell'Albania: gli incontri tra le lucciole e i clienti - tutti uomini tra i 50 e 60 anni - avveniva già dalle prime ore del pomeriggio.
Le coppie consumavano il rapporto in auto, appartandosi nelle vie interne e provocando di conseguenza molti malumori tra la cittadinanza. A capo della organizzazione padovana c'era Vera Hiska, mentre a gestire quella trevigiana era Paolo Lorenzato. Le rispettive prostitute - cinque per l'albanese e tre per il trevigiano - si trovavano spesso a dividere lo stesso tratto di marciapiede, che collega di fatto le due province. I rapporti tra le due fazioni sarebbero si sarebbero incrinati quando Lorenzato ha scoperto che le meretrici della "collega" albanese si prostituivano senza usare alcuna precauzione. Un espediente che aveva fatto decollare le prestazioni sul tratto padovano, riducendo inesorabilmente il lavoro per le lucciole trevigiane. L'arrestata, inoltre, avrebbe chiesto alle "sue" ragazze un gettone di 20 euro giornaliero per l'affitto della piazzola.
Tra Hiska e Lorenzato sarebbero quindi volate minacce, sempre più pesanti, che a lungo andare avrebbero potuto sfociare in episodi ancor più gravi. Durante gli arresti, le forze dell'ordine hanno eseguito anche quattro decreti di perquisizione domiciliare che hanno permesso di rinvenire diversa refurtiva rubata tra gennaio e marzo in alcune abitazioni di Villa Del Conte, Santa Giustina In Colle, San Martino di Lupari e San Giorgio Delle Pertiche, per un valore complessivo di 10.000 euro. La Postumia è ormai nota per simili episodi: nel 2012 era già stata denunciata un'albanese per avere controllato, diretto e amministrato una casa di prostituzione, mentre nell’agosto del 2013 era finita nei guai un'italiana per favoreggiamento alla prostituzione.
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