Pubblicità Benetton, l’ira di Muraro

Il presidente della Provincia di Treviso: «Se la finalità è davvero sociale, Ponzano faccia squadra». Il gruppo non replica

TREVISO. L’ultima volta avevano fatto arrabbiare addirittura il Papa, ritratto in un bacio gay con l’imam egiziano de Il Cairo. Questa volta i creativi di Benetton devono «accontentarsi» dell’ira del presidente della Provincia di Treviso, il leghista Leonardo Muraro, che critica la campagna istituzionale (il disoccupato dell’anno)accusando l’azienda di sfruttare il problema a fini commerciali. «Altro che campagna sociale» sintetizza Muraro. A margine della presentazione di un rapporto sul mondo del lavoro, il presidente leghista ha dichiarato: «Ho visto la campagna pubblicitaria Benetton. Se la finalità è sociale, o almeno così mi sembra di aver interpretato, mi permetto di fare un invito per l’anno prossimo a Benetton: facciamo squadra tutti assieme, con noi che abbiamo decenni di esperienza, che stiamo lavorando per l’occupazione, mettiamoci assieme per dare un contributo positivo a tutto il territorio».

Se la finalità è invece semplicemente pubblicitaria, magari per raccogliere spunti interessanti da parte di giovani, dice Muraro, allora è un altro conto. Il concorso “Disoccupato dell’anno” promosso da Benetton attraverso la Fondazione Unhate, infatti, premierà cento idee innovative che dimostrino di avere anche una ricaduta sociale. «In questo momento sarebbe stato meglio lavorare ad un progetto congiunto - spiega il presidente Muraro - : magari quei 500 mila euro saremmo riusciti a valorizzarli di più. Un concetto che abbiamo sempre ribadito anche ai Comuni: se avete anche poche migliaia di euro, dateceli anziché investirli in progetti di poco conto. Non perché vogliamo il denaro degli altri ma perché sappiamo come sfruttarlo. Lo dimostrano anche i risultati ottenuti grazie alle politiche per il reinserimento messe in campo dalla Provincia in cui abbiamo investito un milione e mezzo di euro ottenendo ottimi risultati. Se la finalità di Benetton è sociale, e non commerciale allora l’invito è facciamo squadra piuttosto che disperdere le energie».

L’azienda di Ponzano, reduce dalla presentazione londinese alla stampa internazionale della nuova campagna, non risponde. A Ponzano spiegano che le campagne istituzionali del gruppo hanno sempre messo a fuoco un tema sociale: talvolta con immagini forti, altre volte con iniziative come queste. Ma sottolineano l’impegno di villa Minelli nel processo di riorganizzazione industriale proprio sul territorio, senza la riduzione di un solo posto di lavoro.

Insomma, un riserbo piccato che conferma la diffidenza del territorio nei confronti dell’azienda più internazionale del territorio. Non pago di aver “graffiato” l’icona Benetton, Muraro aggiunge una velata critica all’atteggiamento delle multinazionali (a Treviso è il caso recente della Abloy di Cordignano), che dopo aver acquisito le imprese le chiudono portando via le produzioni: «Ce ne sono stati altri esempi: Indesit, Gatorade… vengono qui a mangiare la carne e lasciano l’osso. Non è un concetto moderno a livello europeo».

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