Quelle urla, gli spari e il gelo della morte per non dimenticare

Villa del Conte: rievocato l’eccidio nazista del 29 aprile 1945 Presenti centinaia di studenti e i sindaci di quattro Comuni
Di Martina Mazzaro

VILLA DEL CONTE. Era palpabile la commozione alla cerimonia in ricordo dell’eccidio del 29 aprile 1945 svoltasi ieri a Villa del Conte.

«Dopo vent’anni abbiamo deciso di riproporre la “Marcia dell’eccidio” lungo il tragico percorso della strage che da San Giorgio in Bosco, Villa del Conte e San Martino di Lupari giunge a Castello di Godego», spiega Sergio Zaminato, capogruppo onorario degli Alpini di Villa del Conte.

Ma quella di ieri è stata più di una marcia di commemorazione: alcuni figuranti, con le uniformi dell’esercito tedesco, hanno proposto una ricostruzione storica delle rappresaglie che le SS compirono contro i civili.

Una rievocazione che ha fatto rivivere, soprattutto ai ragazzi, cosa accadde realmente in quella tragica domenica di aprile. Il luogo scelto per la rappresentazione è la casa della famiglia Geron, dove i tedeschi, con un’ingiustificata violenza, uccisero due civili e ferirono una donna, madre di una delle vittime, che morì pochi giorni dopo. Altra tappa della marcia è casa Chiarioni, luogo in cui i tedeschi fucilarono sei operai della Fiat che, in quegli anni, possedeva una filiale ad Abbazia. Presente la figlia di Bruno Chiarioni, anche lui vittima della rappresaglia: «Dove sono disposte le lapidi, scorreva il sangue dei martiri colpiti senza pietà dalle SS. Avevo solo due anni, e dalle braccia di mia madre ho assistito alla fucilazione di mio padre».

Molti giovani tra le vittime, strappati dalle loro case e massacrati brutalmente senza pietà. E sono stati proprio i giovani. ieri, i protagonisti della cerimonia: alcuni papaveri creati dagli studenti delle scuole medie di Villa del Conte, San Martino di Lupari, San Giorgio in Bosco e Castello di Godego sono stati depositati ai piedi della sttele commemorativa di Abbazia Pisani dopo la cerimonia dell’alzabandiera. A partecipare alla manifestazione anche gli alunni della scuola elementare di Abbazia: «Noi bambini abbiamo costruito tante colombe bianche simbolo di purezza e di libertà per farle volare lassù e dire al mondo che vogliamo la pace». A seguire gli studenti delle scuole medie hanno proposto alcune riflessioni e dei brani musicali: «Siamo fortunati a non aver vissuto quelle difficili giornate, solo il pensiero che l’uomo abbia compiuto una tragedia simile ci terrorizza – commentano. Oggi a noi non resta che ricordare quanto accaduto e impegnarci per tenere viva la memoria, diffondendo il valore della pace». Commosso anche il presidente del Comitato dei parenti vittime degli eccidi nazisti, Cirillo Menzato: «Un paese che non ricorda è un paese senza futuro. Per questo è importante coinvolgere i giovani nelle celebrazioni». Presente alla cerimonia anche Gaetano Passudetti, testimone oculare della strage tedesca: «Ogni anno partecipo alla cerimonia, ci tengo molto ad essere presente – commenta commosso –. Ho assistito alla morte di tanti ragazzi». Qualcuno chiede a Passudetti di raccontarci la sua testimonianza, ma per lui questa è una giornata difficile: «Basta così, non riesco a dire altro», risponde accennando un sorriso. La manifestazione si è conclusa alla Stele monumentale di via Cacciatora a Castello di Godego con la messa cui sono seguiti gli interventi dei sindaci.

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