«Qui in Italia è più facile rubare e spacciare»

Predoni degli appartamenti e trafficanti di droga. Nove arresti all’alba di ieri con cui i carabinieri del Nucleo investigativo di Venezia hanno messo fine alle scorribande di un gruppo criminale composto soprattutto da albanesi e da Ugo Sartor di Preganziol, un corriere della droga. Per i membri della banda le accuse formulate dal pm Giorgio Gava, sono associazione a delinquere finalizzata ai furti e traffico internazionale di droga.
La banda criminale si vantava dei colpi fatti («duemila euro a testa più gli orologi, ci è andata bene», si legge nelle intercettazioni), ma soprattutto si vantavano delle leggi favorevoli del nostro Paese: «Meglio qui in Italia perché è più facile», è il senso dei ragionamenti dei membri della banda, intercettati al telefono dai carabinieri.
Centocinquanta i carabinieri impegnati ieri per l’arresto di 9 dei 15 membri della banda fermati tra Padova, Venezia, Treviso e Torino. Il bilancio è di 10 chili di cocaina sequestrati, due pistole - di cui una Tokarev russa calibro 7.62 - 25mila euro in contanti e gioielli per 30 mila euro.
I membri della banda sono accusati di venti colpi in vari comuni del Nordest e sospettati di altrettanti per i quali sono in corso ulteriori accertamenti. Ognuno degli indagati aveva incarichi: per scegliere gli obiettivi, fare i sopralluoghi, partecipare ai colpi e ricettare la merce rubata. Al vertice del gruppo c’era Armando Zajsi, di 27 anni, fermato ieri a Meolo nel Veneziano. Era lui che organizzava le batterie, composte di 3 o 4 persone, che dovevano entrare in azione. I preziosi venivano venduti a titolari di due “Compro oro” di Mestre, denunciati assieme ad altre sei persone.
Parte del denaro veniva poi usato per acquistare droga importata dall’Olanda. Al vertice del gruppo c’era anche Nik Vokrri, fermato a Salzano, e Fatjon Murati, l’uomo della droga, che teneva i rapporti con l’Olanda, fermato il 27 febbraio dello scorso anno, mentre con Qerim Azuni, all’aeroporto di Venezia, stava lasciando l’Italia con 20 mila euro. Stavano scappando perché sapevano che Zsuzsanna Vajda di San Biagio di Callalta (Treviso), fermata con due chili di cocaina, li aveva indicati come i proprietari della droga.
Nell’operazione di ieri mattina le manette sono scattate anche ai polsi dei due torinesi del gruppo (Vladimir Kolaj e Engli Kamani) e di quelli che sono ritenuti i corrieri, tra i quali il 51enne italiano residente a Preganziol, Paulin Fusha fermato a Paese, Matia Petrit di Villorba, Artan Seferi di Padova, e Ornela Miri residente a Marghera.
Arrestati i membri della rete del traffico di droga ora le indagini dei carabinieri si concentreranno sulla rete dei pusher.
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