Radioattività: analisi sui cinghiali dei Colli Euganei

Lunedì inizieranno i controlli dopo la scoperta di animali contaminati in Valsesia, ma solo per scrupolo: "Non c'è nessun pericolo"

ESTE. Cinghiali radioattivi nei Colli Euganei? L’ipotesi è molto debole, ma intanto scattano i controlli. L’allarme è stato innescato dalla scoperta di tracce di cesio 137 in 27 esemplari abbattuti in Valsesia. Secondo l'Arpa si tratterebbe di materiale rilasciato dall'esplosione di Chernobyl del 1986, mentre altre fonti riconducono la circostanza a una contaminazione dovuta agli ex siti nucleari, non lontani, di Trino e Saluggia. Ma il pericolo esiste anche nei Colli Euganei? «Assolutamente no» sostiene il presidente del Parco Colli Biasetto «Visto il caso della Valsesia, non è che tutti i cinghiali d’Italia sono radioattivi. Quegli animali si trovano a 500 chilometri dai nostri e gli enti competenti hanno dichiarato che il pericolo non sussiste».

Per precauzione, tuttavia, già lunedì il Parco chiederà al servizio veterinario dell’Usl 17 di compiere alcuni controlli a campione, «ma si tratta di un eccesso di scrupolo». L’Azienda sanitaria, in una nota ufficiale, conferma: «In relazione ai casi di contaminazione da cesio 137 delle carni di cinghiale in altre aree d'Italia, l'Usl 17 segnala che saranno svolti anche nel territorio di competenza una serie di controlli e che i campioni raccolti saranno inviati per gli opportuni accertamenti all'Istituto Nazionale Zooprofilattico della Puglia, che è il centro nazionale di riferimento per i controlli sulle contaminazioni da cesio». Sempre nella nota, l’Azienda precisa «che si tratta di una semplice misura cautelativa e che ad oggi non esiste alcun sospetto di una possibile contaminazione delle carni di cinghiale».

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