Radioterapia, saltano 10 sedute: «Macchina rotta per troppo uso»

Iov, la denuncia di un malato di cancro: «Da metà aprile rimandata una decina di appuntamenti» In tilt il moderno acceleratore lineare programmato per 30 trattamenti al giorno: «Ma sono 50-60»
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ESTERNI IOV
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PADOVA. Da metà aprile, uno dei tre acceleratori lineari in dotazione al reparto di Radioterapia dell’Istituto oncologico veneto di Padova va a singhiozzo.

A causa dell’eccessivo uso, a volte si blocca causando disagi ai pazienti in terapia. Un sessantenne colpito da tumore alla prostata nell’ultimo mese e mezzo si è visto rimandare le sedute di radioterapia almeno una decina di volte.

La Radioterapia dello Iov è ospitata dall’Azienda Ospedaliera di Padova, al Giustinianeo, dove risulta impossibile ricavare altre aree per la costruzione dei bunker necessari ad accogliere nuove apparecchiature. La sanità d’eccellenza ancora una volta è costretta in spazi sottodimensionati e le strumentazioni d’alta tecnologia, già utilizzate a pieno regime, non sono abbastanza per far fronte alla richiesta.

Una situazione che emerge dalla testimonianza di L., un padovano in cura allo Iov che preferisce rimanere anonimo per tutela della privacy. «Un anno e mezzo fa sono stato operato alla prostata per rimuovere la massa tumorale. Nell’ottobre 2014 ho eseguito gli esami del sangue di controllo e in quell’occasione purtroppo i medici mi hanno comunicato che il problema non si era risolto. Così a inizio dicembre sono stato sottoposto ad una visita interdisciplinare, durante la quale un team di esperti ha studiato il trattamento più efficace per il mio caso. Al termine, mi è stato ordinato di seguire una terapia ormonale unita a cicli di radioterapia che avrei dovuto iniziare a metà febbraio, ma è slittato tutto ad aprile perché le liste d’attesa sono infinite» dichiara «Il personale sanitario, dai medici agli infermieri, ha sempre dimostrato disponibilità e professionalità nei miei confronti ma sono numericamente troppo pochi rispetto alla mole di lavoro che ogni giorno gestiscono. Stessa cosa vale per i macchinari, sono d’ultima generazione e di alto livello ma vanno in tilt perché sempre in funzione. La Radioterapia al Giustinianeo ha tre macchinari, quello che sta dando più problemi è l’acceleratore lineare “Varian Unique”».

Lo strumento, inserito tra le più avanzate tecniche radioterapiche per trattare le neoplasie, era stato inaugurato nell’ottobre 2013. “Varian Unique” è costato ben due milioni di euro, altri 400 mila euro invece sono serviti per la costruzione del bunker che lo accoglie. La tecnologia permette di aggredire il tumore con estrema efficacia, velocità e precisione mantenendo intatte le cellule sane nell’area colpita ed utilizzando la dose esatta di radiazioni. Sulla carta, l’acceleratore è in grado di fornire 30 trattamenti al giorno. Ma secondo L. le sedute sarebbero almeno il doppio. «Frequentando il reparto posso dire che i pazienti in cura con il macchinario sono tra i 50 e i 60 al giorno. Da aprile a oggi sono stato chiamato al telefono dieci volte per spostare la seduta e la spiegazione è sempre la stessa: macchinario rotto. L’ultimo episodio si è verificato qualche giorno fa, poche ore prima dell’appuntamento. Per affrontare una seduta di radioterapia alla prostata è necessaria una particolare preparazione. Non ho un mal di gola ma un cancro e rispettare la cadenza delle sedute può fare la differenza. La politica intervenga».

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