Ragazza di 26 anni di Camposampiero precipita per 120 metri e muore in montagna

Tragedia sulla Sisilla nelle montagne di Recoaro. Francesca Vedovato di Villanova si è sfracellata dopo un volo da un costone sulle Piccole Dolomiti vicentine

RECOARO TERME. Doveva essere una gita rilassante in montagna, per godersi una delle ultime giornate di sole di fine estate. Invece l’escursione si è trasformata in tragedia. Francesca Vedovato è morta mercoledì alle 13 precipitando per 120 metri, dalla sommità del coston della Sisilla sotto gli occhi del fidanzato Marco Palma. Aveva 25 anni e abitava a Villanova di Camposampiero, in via Benedetto Marcello 9. Aveva scelto le Piccole Dolomiti di Recoaro e la compagnia di Marco, 26 anni, residente a Padova in via Brianza, per ammirare le sue vette.

BELLUCO - FOTO PIRAN - MONTE SISILLA
BELLUCO - FOTO PIRAN - MONTE SISILLA

I due erano saliti sulla Sisilla, una parete alta 120 metri, la cui cima è raggiungibile agevolmente lungo un sentiero che termina con un breve tratto attrezzato, dove si trova una statua della Madonna circondata da corde di protezione. La coppia si era poi spostata su uno spuntone di roccia lì vicino ma, al momento di percorrere a ritroso i 2-3 scalini di roccia, la ragazza è scivolata rotolando per alcuni metri e precipitando poi nel vuoto fino alla base. I due erano ben attrezzati e indossavano il caschetto. E questo nonostante non fossero saliti lungo la parete, ma si fossero avventurati sul versante in cui la salita è poco più di una passeggiata: segno della serietà con cui affrontavano la montagna. Stando ai primi accertamenti, pare che la bellezza della veduta li abbia spinti a oltrepassare le corde che delimitano la zona e a raggiungere un punto particolarmente panoramico. Pochi passi, per sedersi e ammirare l’ambiente naturale. Poi la decisione di rientrare: è stato a quel punto che Francesca è scivolata nel ghiaione e non c’è stato niente da fare.

Sotto choc il fidanzato che ha visto cadere nel vuoto la sua amata senza poter fare nulla. Lui, qualche passo più avanti, non è riuscito ad afferrarla e Francesca è volata nel vuoto. Immediatamente ha allertato i soccorsi telefonando al 118 del Suem.

Commessa in pasticceria e sempre in movimento

È intervenuto per primo l'elicottero di Verona emergenza ma il medico, sceso nelle vicinanze, ha purtroppo potuto solo constatare che ormai non c’era più niente da fare per l’escursionista. Nel frattempo erano sopraggiunti gli uomini del Soccorso alpino e speleologico di Valdagno-Recoaro con il capostazione Paolo Dani. A quel punto, ottenuta l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, la salma è stata trasportata su una barella dai soccorritori per circa 300 metri fino al passo, per essere quindi affidata al carro funebre. Una volta sceso a piedi dalla Sisilla, il fidanzato ha seguito passo passo le operazioni dei soccorritori, non separandosi mai dall’amata Francesca. Nella zona del rifugio di Campogrosso sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Recoaro, comandati dal luogotenente Camillo Renzetti. L'alta parete panoramica nel Gruppo del Sengio Alto, poco distante dal rifugio Campogrosso, è molto frequentata perché consente anche a chi non è un esperto di godere di una splendida vista. Anche Francesca e Marco avevano optato per questa soluzione, ma un destino crudele ha infranto ogni sogno d’amore.

Negli ultimi tempi quella zona delle montagne vicentine è stata teatro di numerosi infortuni e anche di alcune tragedie. Sabato scorso sul Baffelan un modenese ha rischiato la vita ruzzolando per 20 metri e un padovano di 51 anni è volato nel vuoto: per entrambi fratture a gambe e braccia. A luglio c’è stato un altro caso in cui è stata rischiata la vita, per la caduta di un masso che aveva colpito una donna di Vicenza, in zona Sengio Alto. Sempre a fine luglio un 37enne di Enego era caduto dalla parete che stava scalando sulle Dolomiti bellunesi, riportando numerose ferite e fratture. Pochi giorni prima sul Pasubio un alpinista di Calvene era stato colpito da infarto durante un’escursione e se l’era cavata grazie a uno straordinario salvataggio del Soccorso alpino dopo una rianimazione di quattro ore. A giugno era morto il cornedese Roberto Cocco mentre stava salendo in cordata con un amico sul Baffelan, colpito da un malore improvviso. A giugno Giovanni Renzi, 49enne alpinista di Bellaria (Rimini), aveva perso la vita cadendo da un sentiero in Valpiana di Foza. Incidenti e drammi che non scalfiscono il fascino di una montagna piena di significati per gli alpinisti veneti. «Si tratta di una palestra di roccia molto impegnativa» spiega l’alpinista recoarese Franco Perlotto «con la quale non solo gli alpinisti vicentini hanno un legame molto forte. La parete meridionale presenta vie storiche aperte da Raffaele Carlesso, Gino Soldà, Bortolo Sandri e anche da me con Bepi Magrin e, più recentemente, da Gianni Bisson che ha ulteriormente accentuato la difficoltà delle vie di accesso».

La parete svetta imponente sull’alpe di Campogrosso. Sulla Sisilla di fatto è nata anche la tecnica del “free climbing” con l’alpinista Perlotto, che nel 1979 aveva invitato Yvon Chouinard, statunitense autore di grandi imprese.

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