Raggiunge il padre omicida in carcere

di Paolo Baron
GRANTORTO
Il prima e il dopo per Hamza Lhasni, 24 anni, marocchino, passa attraverso una data: 25 settembre 2004. Spartiaque fra una possibile vita normale e la certezza di aver ormai buttato via tutto. Hamza Lhasni, residente a Grantorto in via Regina Elena 43/f, fino a quella data era un adolescente normale: scuola, sogni, amici, speranze. L’altro ieri è stato arrestato sul piazzale della stazione a Padova, accusato di tentata rapina nei confronti di una studentessa trentina di origini argentine, che frequenta l’Ateneo patavino. Il giovane è stato tradito dalla sua capigliatura alla Hamsik. La vittima l’ha riconosciuto e Hamza Lhasni è stato portato nella casa circondariale del Due Palazzi, dove sono detenute le persone in attesa di giudizio. Nell’edificio a fianco, la casa di reclusione, è rinchiuso il papà di Hamza, Mohamed Lhasni, 60 anni, condannato in Cassazione a 14 anni per aver massacrato, la sera di quel 25 settembre 2004 la figlia Kaoutar, 19 anni all’epoca dei fatti, sorella di Hamza. Kaoutar, secondo il padre, si era «occidentalizzata», sognando per sé una vita diversa da quella prospettata dal genitore. Quella notte Hamza, il più piccolo dei quattro figlio di Mohamed, era nella sua stanza. Ma attraverso la porta chiusa ha sentito le accuse del padre, le urla della sorella e i colpi di bastone che la stordivano fino ad ucciderla.
Quella morte disintegrò la famiglia. Hamza Lhasni cominciò a star sempre più fuori di casa, fino a diventare un habitué della stazione di Padova, da qualche anno ricettacolo di balordi, spacciatori e violenti.
Il giovane più volte è stato controllato dalla polizia in quel posto collezionando anche una denuncia per detenzione di droga ai fini di spaccio nel 2009 e una per furto aggravato un anno prima. Quando la giovane studentessa, accompagnata dal fidanzato è andata in questura per raccontare dell’aggressione (è stata anche ferita al braccio con una specie di taglierino) agli agenti della Mobile e ai poliziotti di quartiere che hanno una conoscenza capillare del territorio è venuto subito in mente lui. Il resto l’ha fatto la procura. Il pm Orietta Canova ha chiesto e ottenuto l’ordinanza restrittiva firmata in tempi record dal gip Lara Fortuna. L’altro ieri, con il documento in mano, gli uomini del vicequestore aggiunto Marco Calì l’hanno cercato trovandolo in via donghi, una laterale della stazione. Hamza Lhasni ha capito subito e si è arreso senza fare storie. La sua vita ora è di nuovo cambiata.
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