Rapin e Bertipaglia a processo per il cantiere Antico Molino

Lavori effettuati soltanto in parte ma pagati come completamente eseguiti Il 12 giugno udienza per i due ex sindaci e per altri tre imputati di gravi reati
BELLUCO.ANTICO MULINO POLVERARA
BELLUCO.ANTICO MULINO POLVERARA



Nuovo processo davanti al tribunale di Padova nei confronti dell’ex sindaco di Polverara Sabrina Rampin, 47 anni; dell’ex vice Olindo Bertipaglia, 68; degli impresari titolari dell’impresa Edil 2000 Nicola Binotti, 49 e il padre Bruno 76 entrambi di Piove di Sacco; e di un libero professionista, l’ingegnere Eugenio Righetti, 43 di Legnaro. L’udienza è fissata per il 12 giugno. Sotto accusa i lavori iniziati (e mai conclusi) per il recupero e la riqualificazione dell’Antico Molino di Polverara.

LE ACCUSE

Gravi le contestazioni: tutti gli imputati sono chiamati a rispondere di falso ideologico continuato in atti pubblici commessi da pubblici ufficiali; solo Rampin e i due Binotto anche del reato di peculato. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup Mariella Fino che ha accolto la richiesta del pm Sergio Dini, titolare del terzo filone d’indagine su una serie di lavori pubblici disposti dalla giunta all’epoca dei fatti guidata dall’allora sindaco Rampin. Quest’ultima è difesa dal penalista Emanuele Fragasso, mentre l’ex collega è assistito dall’avvocato Angelo Andreatta; Bonotto padre e figlio con Righetti sono tutelati dal penalista Ernesto De Toni. Stralciata la posizione del sesto indagato, l’architetto Riccardo Meneghel, 69 anni di Saonara (difeso dal legale Rodolfo Romito), già direttore dei lavori e responsabile unico del procedimento: sarà definita separatamente.

La vicenda

Lavori pubblici pagati con il danaro dei cittadini, eppure mai portati a compimento, o realizzati solo in parte, ma “certificati” come ultimati e saldati alle ditte incaricate. Così sarebbe avvenuto per il cantiere nel Palazzetto dello sport e nel restauro della Torre Colombara e, in questo filone, per l’Antico Molino. Stretti fra i limiti imposti dal patto di stabilità e la possibilità di ottenere finanziamenti regionali, secondo la pubblica accusa ecco trovato l’escamotage per recuperare contributi destinati a finanziare gli interventi: quelle attestazioni (false) per confermare la realizzazione di opere in realtà non completate, a volte mai decollate. Così – si legge nel capo d’imputazione – tra il 7 novembre e il 3 dicembre 2012 Rampin e Bertipaglia da una parte con il direttore dei lavori Righetti e il responsabile del procedimento Meneghel dall’altra – e l’assenso degli impresari – perfezionano lo stato di avanzamento dei lavori, il certificato di pagamento, e il certificato di regolare esecuzione a dimostrazione che l’Antico Molino sarebbe stato ristrutturato. A dicembre il sindaco, titolare del referato ai Lavori pubblici, dà il via libera al pagamento a favore di Edil 2000 per 272 mila euro pur consapevole che gli interventi non sarebbero stati effettuati. Un anno fa Rampin era stata condannata a 20 mesi e Bertipaglia assolto nell’ambito di un procedimento analogo. —

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