Rapina a Modena: scontro a fuoco, ucciso giostraio padovano
Giuseppe Mayer, 61 anni, colpito davanti a una gioielleria di Portile, in provincia di Modena, che secondo gli inquirenti stava per rapinare. Manette ai complici della banda, fra loro due donne

La scena della sparatoria dopo la tentata rapina in gioielleria Accanto l’arresto di un giostraio Sotto, il corpo dell’amico
PADOVA. E' stato ucciso ieri sera davanti alla gioielleria Viola, di Portile (Modena), che stava per rapinare. Giuseppe Mayer, di 61 anni, originario di Marcon (Venezia), faceva parte di una banda di giostrai sinti attiva in Veneto e in Lombardia.
La banda, formata da otto malviventi italiani (quattro i padovani) e originari dalla ex-Jugoslavia (nel gruppo c'erano anche due donne), era seguita attentamente dalla Squadra Mobile di Padova, diretta da Marco Calì, e dai colleghi della Polizia di Verona e di Como.
Attraverso le intercettazioni telefoniche, gli agenti avevano individuato la gioielleria scelta per il «colpo», l'oreficeria «Viola» di strada San Martino Mugnano a Portile, una frazione che si trova a pochi chilometri a sud di Modena. Un negozio che era già stato preso di mira dai rapinatori nel 2007.
Il piano dei malviventi prevedeva che fossero le due donne a entrare per prime nell'oreficeria, lasciando socchiusa la porta del negozio per consentire l'accesso ai complici. Ma la banda è stata bloccata dalla Polizia prima di riuscire a fare irruzione nel negozio.
Il primo a seguirle doveva appunto essere Mayer, al quale un agente ha intimato di fermarsi. Il bandito sessantunenne, allora, ha istintivamente portato le mani alla cintura per tentare di estrarre la pistola.
A quel punto è stato colpito alla spalla da un unico proiettile, risultato fatale, ed è stramazzato a terra. Il bandito sinti è morto poco dopo. I sette complici sono stati tutti arrestati dalla Polizia con per tentata rapina in concorso.
Una vettura di passaggio, una Ford Fiesta guidata da una donna, è stata raggiunta da alcuni proiettili. La conducente è rimasta fortunatamente illesa, ma comprensibilmente sotto choc.
Le indagini, per competenza territoriale, sono svolte dalla Squadra Mobile di Modena. Sul luogo si è recato immediatamente anche il pubblico ministero di Modena Enrico Stefani.
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