Rebellin, l'evasione sale a 6,5 milioni di € Il corridore «incastrato» dal Telepass
Salvata in una chiavetta usb trovata durante la perquisizione dell'aprile 2009 riconducibile a Davide Rebellin, i finanzieri trovarono una copia in pdf di un libro venduto on line: «Come pagare zero tasse - I paradisi fiscali». Una guida che spiega come scegliere i paradisi fiscali, cosa sono le norme anti elusive, come costruire e gestire una società offshore e come non finire nella maglia del Fisco. E' salita a 6,5 milioni di euro (erano 2,5 milioni) l'evasione fiscale contestata dalla Guardia di Finanza di Cittadella al ciclista veronese di nascita, padovano d'adozione, già finito nei guai per doping (ha finito di scontare la squalifica nell'aprile scorso). Nei giorni scorsi il magistrato titolare dell'inchiesta, Benedetto Roberti, ha chiuso l'inchiesta, atto prodromico all'eventuale rinvio a giudizio. Inchiesta condotta dai militari del maggiore Francesco Sodano e partita nel dicembre del 2008 da un semplice controllo su due auto, un'Audi A6 e una Mini Cooper con targa monegasca, viste troppe volte girare per Galliera Veneta e Cittadella. Un particolare che appare, col senno di poi, quasi una leggerezza da parte di chi è accusato di aver voluto frodare il fisco. Davide Rebellin, 41 anni il prossimo agosto, infatti, è accusato di omesse dichiarazioni per 6,5 milioni di euro di compensi sottratti a tassazione. Reato, che sulla carta, prevede fino a tre anni di carcere. Il ciclista, tramite il suo legale ha già fatto sapere di non aver nulla da temere, che tutto si risolverà. Non la pensano così, invece, gli investigatori delle Fiamme Gialle che, appunto, dal dicembre del 2008 hanno cominciato a seguire lui e la sua Audi A6 e sua moglie nonché manager Selina Martinello a bordo della Mini Cooper. Ma cos'hanno scoperto i finanzieri? Per esempio che Siro Scapin, fruttivendolo e titolare di un market a Galliera Veneta ha ammesso di aver visto Rebellin e la moglie fare la spesa da lui spesso in questi ultimi anni. E che il ciclista aveva un abbonamento alla palestra Cinque Cerchi di Cittadella, abbonamento che mal si spartisce con chi ha dichiarato di vivere nel Principato di Monaco dove ha la residenza anagrafica, ma che invece vive a Galliera Veneta, al primo piano di una villetta condivisa con i suoceri. E che si allenava spesso in bici con Andrea Moletta su e giù per Marostica. Ma i militari hanno anche scoperto che la sua ex società tedesca - la Gerolsteiner - gli girava la corrispondenza e le richieste d'autografo non a Monaco ma a Galliera. E anche che alcuni idraulici e falegnami hanno effettuato dei lavori di ristrutturazione nell'abitazione di Davide Rebellin, fatturando però a terzi. Ma non solo: gli investigatori hanno anche passato al setaccio i viaggi aerei e i passaggi Telepass effettuati dall'ex campione di ciclismo. Risultato? Solo il 2 per cento dei voli effettuati in questi anni da Davide Rebellin avevano come destinazione Nizza (aeroporto di riferimento per chi vive nel Principato di Monaco). Il resto avevano come destinazione aeroporti veneti. Sul fronte del Telepass l'82 per cento delle partenze e degli arrivi hanno come riferimento caselli italiani (per lo più veneti), mentre solo il 7 per cento dei viaggi effettuati in auto negli anni sotto esame hanno interessato il valico con la Francia e il 10 per cento valichi con altri stati esteri. Per la Guardia di Finanza queste sono prove certe che Davide Rebellin ha vissuto a Galliera Veneta e non in Francia. Prove finite sul tavolo del pm Benedetto Roberti e che rappresentano alcuni capisaldi dell'accusa.
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