Respinto il patteggiamento di Cominato e Tessarin
Il gip ha respinto la richiesta di patteggiamento a un anno e otto mesi formulata dal legale di Gianpaolo Cominato e la moglie Raffaella Tessarin che con Vincenzo Malvini sono accusati di estorsione ai danni dell’avvocato di Eleonora Savio, moglie dell’imprenditore edile Bruno Ruzzarin. Quest’ultimo, che era titolare dell’impresa EdilVeneto srl, è morto suicida nell’aprile 2016 perché sopraffatto dal discredito che la coppia aveva ingenerato nei suoi confronti pubblicando una serie di post in facebook. Gianpaolo Cominato e la moglie Raffaella Tessarin, immobiliaristi di Adria, vengono arrestati nel dicembre del 2017 dalla polizia tributaria della Guardia di finanza di Padova con l’accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, diffamazione online ed estorsione.
I due, come poi hanno ammesso in una lettera al giudice, avevano cercato di farsi giustizia da sé nel contenzioso avviato con Ruzzarin, un contenzioso civile sorto sulla compravendita di due mansarde a San Vito di Cadore, nel Bellunese: causa il ritardo nella concessione dell’abitabilità, il preliminare di vendita non era stato perfezionato. Quindi non si era giunti al rogito. La coppia pretendeva la restituzione di 250 mila euro e per persuadere l’impresario ha iniziato a screditarlo via facebook. Una serie di attacchi ossessivi che Ruzzarin non ha più sopportato, togliendosi infine la vita.
Morto Ruzzarin, gli attacchi di marito e moglie si riversano sulla vedova, nel frattempo nominata legale rappresentante dell’impresa edile del marito che viene dichiarata fallita. La donna, esasperata, presenta una denuncia. Poco dopo l’arresto dei coniugi di Adria, in carcere finisce anche il pregiudicato Paolo Vincenzo Malvini, originario di Cinisello Balsamo: era stato lui, su incarico della coppia, a minacciare la famiglia Ruzzarin prima e il legale che seguiva la causa civile dopo.
A fine marzo 2018 proprio grazie alla lettera con le ampie ammissioni di marito e moglie, è stata revocata la misura cautelare nei loro confronti e sono decaduti gli arresti domiciliari. Le indagini svolte dalla polizia tributaria della Guardia di finanza e coordinate dal pubblico ministero Giorgio Falcone, hanno messo in luce come Cominato e Tessarin siano stati i mandanti dell’estorsione, materialmente messa in atto da Malvini nei confronti dell’avvocato che tutelava la vedova. Il professionista minacciato era stato costretto a rimettere il mandato e chiedere la transazione della causa.
La richiesta di patteggiamento era stata presentata dall’avvocato della coppia lo scorso dicembre e il gip si era riservato di valutarla dopo un’accurata verifica degli atti. Ieri il responso: troppo bassa la richiesta di pena concordata a un anno e otto mesi. Il giudice ha chiesto di riformularla, con un termine più lungo. —
E.L.
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