Rischio di demolizione per la Cementeria di Monselice

Situazione di grandissimo imbarazzo in municipio. La richiesta di sanatoria avanzata due anni fa dall’azienda non potrebbe essere accolta
Nuova ciminiera alla Cementeria di Monselice...ph. Zangirolami..Provincia
Nuova ciminiera alla Cementeria di Monselice...ph. Zangirolami..Provincia

MONSELICE. Potrebbe rischiare addirittura un’ordinanza di demolizione, parte della Cementeria di Monselice, per i fabbricati costruiti in area agricola.

Uno scenario che può apparire estremo, ma che sarebbe la conseguenza dell’impossibilità di sanare le nuove costruzioni all’interno di un’area vincolata, come quella del Parco Colli. È una patata bollente, quella arrivata sul tavolo dell’Ufficio tecnico di Monselice.

Ancora il 27 ottobre 2010, al Comune sono giunte, da parte della Cementeria, quattro Dia con richiesta di sanatoria per gli edifici già fatti. L’amministrazione comunale ha chiesto della documentazione integrativa. Ma poi il procedimento non è mai stato chiuso e non è arrivata una risposta. Secondo i comitati, e secondo i consiglieri comunali che hanno presentato una mozione sul tema, la risposta non può che essere negativa: perché la normativa dice chiaramente che le nuove costruzioni, in area vincolata, non possono essere sanate.

Ma cosa succederebbe qualora il Comune rispondesse effettivamente con un diniego? I fabbricati risulterebbero a tutti gli effetti abusivi. E l’amministrazione comunale dovrebbe emettere un’ordinanza di demolizione, oltre a inviare una comunicazione alla Procura della Repubblica. Uno scenario che fa ben capire quanto la questione sia delicata. Tanto più che i presunti abusi non riguarderebbero piccole parti dell’impianto: si parla di un’area di migliaia di metri quadri, con volumi per circa 10.000 metri cubi.

In pratica, tutto ciò che è stato costruito nell’area più a nord della proprietà della cementeria, classificata come zona agricola. Si tratterebbe di strutture di copertura e contenimento dei depositi di ammoniaca, copertura dell’impianto di lavaggio dei camion in uscita, rivestimento e copertura dell’impianto di frantumazione dell’argilla, strutture di rivestimento del filtro di abbattimento degli ossidi di azoto, un nastro trasportatore coperto. Ma potrebbero esserci anche altre costruzioni, come strade e piazzali interni. Costruzioni su cui il Parco Colli si era già espresso con un parere favorevole.

Il 3 maggio 2011 l’allora presidente Simone Borile attestava la compatibilità paesaggistica, con la motivazione che le opere «non comportano una rilevante incidenza paesaggistica, essendo percepibili prevalentemente dall’interno dell’ambito industriale». Sono questi pareri del Parco che ora i comitati e un residente hanno impugnato al Tar. La “scoperta” dei comitati è basata su documenti presentati dalla stessa Cementeria: come la richiesta di accordo pubblico-privato del 2010. Di fatto potrebbe portare al blocco della procedura Via per autorizzare lo smaltimento di rifiuti nella materia prima.

Argomenti:rifiuti

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova