Risucchiato dallo spostamento d’aria

I colleghi ricostruiscono l’incidente ferroviario costato la vita a Mauro Dal Santo, operaio di 47 anni residente a Este
Di Nicola Cesaro

ESTE. Una tragedia assurda. Si fa sempre più incredibile la ricostruzione dell’incidente che mercoledì pomeriggio ha spezzato la vita di Mauro Dal Santo, operaio di 47 anni di Este, dipendente della Nova Cooperativa Sociale di Tribano. Il lavoratore era impegnato nella manutenzione del verde cittadino in zona Zuccherificio ed è stato investito da un treno regionale in transito.

La prima dinamica. Secondo una prima ricostruzione degli eventi, Dal Santo avrebbe oltrepassato le sbarre abbassate del passaggio a livello per falciare dell’erba lungo la massicciata ferroviaria. Complice il rumore del decespugliatore a tracolla e le cuffie che paravano i suoni, Dal Santo non avrebbe avvertito l’arrivo del treno regionale 5568, proveniente da Monselice. Il convoglio avrebbe agganciato il decespugliatore scagliando via l’uomo.

L’ultima ricostruzione. A ricostruire più realisticamente l’accaduto è stato ieri Lorenzo Zampieri, presidente della cooperativa che ha in gestione la cura del verde atestino. «Mauro non stava operando al momento della tragedia. Il filo del suo decespugliatore, che ora è sotto sequestro, era infatti intonso. Lo aveva appena sostituito. Aveva avvertito i compagni che si sarebbe assentato per qualche minuto, per prendere qualcosa dallo zainetto lasciato al di là dei binari», ricorda Zampieri, visibilmente scosso dalla tragedia. In quel momento i colleghi hanno perso di vista Dal Santo. Il quarantasettenne si è quindi intrufolato nel varco della recinzione che corre lungo i binari, a pochi passi dal passaggio a livello. Un piccolo passaggio pedonale. Dal Santo aveva il decespugliatore in mano – non a tracolla – e i tappi alle orecchie. «Il macchinista del treno lo ha visto a pochi passi dai binari e ha cominciato a suonare. Poi, incredibilmente, Mauro è indietreggiato ed è stato risucchiato dal treno». C’è da capire se l’operaio abbia perso l’equilibrio, sia inciampato, o sia stato risucchiato dallo spostamento d’aria. «Fatto sta che il decespugliatore non era danneggiato» continua Zampieri «e quindi si esclude che il nostro lavoratore sia stato trascinato dal treno in seguito all’aggancio all’apparecchio che Mauro teneva in mano». L’operaio è peraltro rimasto cosciente fino a pochi minuti prima del decesso: lo era all’arrivo dei sanitari e lo era pure durante i primi accertamenti in ospedale a Padova.

Le difficoltà dopo la morte. Mauro Dal Santo viveva in solitudine in un appartamento in zona Pilastro. Ricorda il suo datore di lavoro: «Dopo qualche periodo problematico, da quattro anni Mauro aveva trovato ordine e autonomia ed eravamo veramente contenti del suo servizio in cooperativa». Il suo inserimento lavorativo era stato agevolato dal Comune di Este, che per anni l’aveva seguito con i propri uffici sociali. Dal Santo era stato anche in cura al Ser.T. «Ora stiamo cercando di aiutare la zia settantenne, l’unica familiare in zona, nell’affrontare questo difficile momento» continua Zampieri «Al momento, infatti, né lei né noi siamo stati in grado di entrare nel suo appartamento». Il funerale verrà fissato quando sarà rilasciato il nulla osta, dopo l’autopsia.

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