Robot in corsia per i bimbi che hanno paura degli esami

L’Università di Padova e quelal di Venezia si alleano in un progetto dedicato ai bambini.Agnese Suppiej e Roberto Mancin del Dipartimento di salute della donna e del bambino dell’Azienda ospedaliera...
Lozzo Atestino, 25.01.17 - I robot Nao e Pepper interagiscono con gli anziani ospiti della Residenza Le Rose. Nella foto: il robot Pepper interagisce con gli ospiti
Lozzo Atestino, 25.01.17 - I robot Nao e Pepper interagiscono con gli anziani ospiti della Residenza Le Rose. Nella foto: il robot Pepper interagisce con gli ospiti

L’Università di Padova e quelal di Venezia si alleano in un progetto dedicato ai bambini.Agnese Suppiej e Roberto Mancin del Dipartimento di salute della donna e del bambino dell’Azienda ospedaliera pasdovana erano ieri a Mestre per illustrare agli studenti di Informatica il loro ultimo progetto: assistere i tremila bambini che ogni anno entrano nella stanza di Terapia antalgica della Pediatria di Padova attraverso la “robot therapy”. Il robot Pepper, bianco e snodabile - costo 15 mila euro - è capace di interagire con il bambino che deve essere sedato per una gastroscopia, per un prelievo di midollo o che ha paura della puntura per il vaccino. Può essere programmato per parlare in tante lingue, non solo italiano e inglese. E può diventare un assistente di medici e infermieri. La sperimentazione parte dai risultati, parziali, di una tesi di laurea in Infermieristica che ha testato il robot più piccolo, 60 centimetri, nella corsia di Pediatria di Padova su 14 piccoli pazienti: «Con la robot therapy», dice Roberto Mancin, «si ha un dimezzamento dei livelli di ansia e paura nei piccoli pazienti. In 4 casi su 14 si ha la remissione totale; in altri 3 casi la terapia sedativa richiede un minor utilizzo di farmaci e produce un risveglio più veloce». Il robot che tranquillizza i bambini funziona nel 50% dei casi tra i 3 e i 6 anni e nel 72% dei casi nei bambini da 7 a 10 anni. Più difficili sono i ragazzini da 11 a 16 anni. Il progetto parte tra febbraio e marzo prossimi grazie a un finanziamento della Cariparo di 47 mila euro, attraverso Fondazione Salus Pueri.

I robot come Pepper possono oggi essere comandati dal pensiero, attraverso il controllo dell’attività encefalografica con uno speciale casco. Tecnica applicabile per le più diverse disabilità. E qui entra in campo la collaborazione con Ca’ Foscari che ha invitato i giovani informatici e i laureandi delle materie umanistiche a farsi avanti per collaborare al progetto, lavorando su algoritmi e computer, preparando tesi o aiutando nella raccolta dei dati di una ricerca.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova