Rock al femminile, le band rosa shocking

di Barbara Codogno
Le “brave” ragazze vanno in paradiso, quelle “bravissime”... di sicuro le trovi tutte a Luvigliano, Padova, il 30 aprile. Alle 18, nell'enoteca “Delizie dei Vescovi”- un nome che è già tutto un programma e un luogo che appare da subito deputato, per antonomasia, ad accogliere signorine per bene -, Jessica Dainese, la nouvelle Justine (cfr: Les malheurs del la vertu) dell'accordo in derapata presenta il suo libro Le ragazze del Rock! 40 anni di rock femminile italiano, a cura di Oderso Rubini - figura importate del rock underground italiano,in particolare di quello bolognese - edito da Sonic Press, 20 euro. Manco a dirlo, dopo la presentazione del libro ci sarà l'esibizione semi acustica delle vicentine “Sara Schuster”. Perchè, come Jessica ci spiega: «Tutte le presentazioni del libro sono legate all'esibizione live di una o più band femminili, anche perché uno dei motivi principali per cui ho scritto Le Ragazze del Rock è far conoscere la musica di queste band, secondo me molto valide ma un po' sottovalutate. Il libro è un viaggio tutto in rosa “shocking”: il lettore viene ipnotizzato dai racconti delle donne che hanno fatto, e stanno facendo, la storia del rock femminile in Italia. Perché, se grazie al beat “le ragazze” hanno mosso i loro primi passi affermando timidamente la loro presenza musicale, è decisamente il punk a stimolare la nascita delle prime all-female bands. Sebbene quasi nessuna di queste band, citiamo le più note: Clito, Antigenesi, Raf Punk, Remote Control- abbia mai inciso dei dischi, “le ragazze” hanno avuto un ruolo fondamentale all'interno del movimento: “Sono, per dirla con le parole di Helena Velena in Lumi di punk, le donne genetiche all’inizio della storia... Hanno ispirato altre donne a salire sul palco, e hanno messo in discussione l’egemonia maschile negli ambienti della controcultura”. Per fortuna oggi, almeno in ambito musicale, è stato scalzato l'annoso problema di “genere”: “Le ragazze del rock sono tante e sono brave, parlano di temi sociali e femminili, suonano la batteria o la chitarra e hanno quell’energia e quella sfrontatezza che i maschi, fin troppo impegnati a contemplare se stessi, ormai non hanno quasi più…” sottolinea la nostra autrice che, in questo libro, ha analizzato fondamentalmente tre periodi musicali: la scena musicale femminile degli anni '70 e '80; gli anni '90 - periodo caratterizzato all’estero da una comunicazione che si sofferma più sull’aspetto “modaiolo” che sui contenuti musicali («hips, lips, tits, power» il titolo di un articolo apparso su Q nel ’94) ma che vede, parallelamente, la crescita di un movimento Riot Grrrl italiano autonomo per la qualità dei progetti e la determinazione nel realizzarli (Motorama, Mumble Rumble, Le Bambine Cattive, My Sisterical)- per chiudere con il panorama musicale “femminile” dal 2000 a oggi. Il libro si concentra maggiormente sulle scene di Bologna, Milano, Roma le quali, secondo le ricerche di Jessica, sono le città dove le donne sono in assoluto più attive nella scena rock. “Come band e movimenti più importati” ci r. acconta Jessica “sicuramente le Clito, apparse nel film La Città delle Donne di Fellini, poi le Antigenesi del Virus, le Mumble Rumble che dai primi anni '90 sono ancora attive, le Funky Lips quelle della sigla de La tv delle ragazze, le Kandeggina Gang di Jo Squillo, le Motorama, la scena Riot Grrrl italiana, e le più recenti Diva Scarlet, Roipnol Witch con il loro collettivo Rock With Mascara, Kyuuri Rrragazze in Rrrivolta, MAB e Lilies on Mars che hanno collaborato con Battiato e le venete Sarah Schuster”. Vien da chiedersi come sia possibile che questa fanciulla, nata e cresciuta sui Colli Euganei, dove, lei stessa afferma: “L’evento più rock’n’roll era osservare i pensionati che alle otto di mattina prendevano il primo grappino al bar”, si sia dedicata “anima e plettro” alla musica rock. “Ho lasciato presto” racconta “il paese natio alla ricerca di luoghi più consoni a saziare le mia fame di rock: prima gli Usa, poi l’Inghilterra dove ho cominciato a scrivere fanzine. Di fronte alla scena underground internazionale mi sono chiesta: e in Italia, che succede? Ecco quindi l'origine di questa mia ricerca”.
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