Roy Paci, i Rezophonic e la musica del fare

VENEZIA. Il concerto di martedì grasso 12 febbraio in Piazza San Marco a Venezia vedrà protagonisti i Rezophonic, la super formazione dei grandi del rock italiano, guidata dal batterista Mario Riso. L’iniziativa ad ingresso libero è organizzata da “Hard Rock Cafe”.
Rezophonic è un progetto dal 2006 che mette insieme tanti artisti per sostenere Amref (Fondazione africana per la medicina e la ricerca) nella costruzione di pozzi d’acqua in Africa. Sul palco ci saranno Mario Riso, Roy Paci, Stef Burns (chitarrista di Vasco), Franco Li Causi “Frankie” (Negrita), Marco Castellani “Garrincha” (Le Vibrazioni), Dj Ringo (Virgin Radio), Dj Aladyn (Radio Deejay), Sasha Torrisi (Timoria), Pier (Velvet), Livio Magnini (Bluvertigo), Dava e Lucius (Vallanzaska), Movida, Olly (Shandon-The Fire), The Bastard Sons Of Dioniso e molti altri.Ne parla Roy Paci.
Come è nato Rezophonic?
«Come una sorta di magic dream. Siamo circa 60 tra musicisti e cantanti che hanno da sempre aderito a questa proposta lanciata a suo tempo dal Mario Riso. La sua idea è stata di far nascere una collaborazione stabile tra tanti artisti, per promuovere progetti si solidarietà per Amref. Grazie a Rezophonic, in Kenya e Tanzania sono stati realizzati 144 pozzi d’acqua, 14 cisterne da 4.600 litri e tre scuole. Un’iniziativa positivamente contagiosa: tutti i musicisti del progetto singolarmente hanno fatto iniziative simili. Siamo andato sul posto con Mario Riso e Pau dei Negrita per vedere con i nostri occhi i pozzi».
A Venezia cosa suonerete?
«I brani dei due album dei Rezophonic. Canzoni come “Nell’acqua” vedranno sul palco tutti insieme gli artisti, mentre per altri pezzi musicisti e cantanti si alterneranno».
Lei con la sua band Aretuska si è già esibito in Piazza San Marco nel 2007.
«È uno dei luoghi chepiù mi ha emozionatoe quando mi hanno detto che ci sarei tornato ho provato un brivido».
Sta lavorando a un nuovo disco con gli Aretuska?
«In questo momento sono stand by con Aretuska. Però è appena uscito il mio nuovo lavoro con CorLeone: “Blaccahénze”, il secondo insieme dopo otto anni. Era da tempo che speravo di tornare a incidere con CorLeone ma negli ultimi anni sono stato troppo impegnato con gli Aretuska: ora ho approfittato di questo momenti di libertà».
Anche il nuovo disco sarà all’insegna delle contaminazioni?
«La contaminazione dei generi è sempre stata una mia fissazione. Sono sempre stato un musicista eterodosso, nel tentativo di arrivare a una forma di espressione universale, e vedo che in ogni parte del mondo la gente non ha difficoltà a cogliere questo messaggio».
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