Sacrestano in pensione dopo sessant’anni

CAMPOSAMPIERO. Sessant'anni da sacrestano possono bastare. «Ho chiesto di essere sostituito e ora sto seguendo l'apprendistato di Andrea Checchin, un giovane di 32 anni della nostra parrocchia». Adriano Alessio, classe 1930 raggiunge quest'anno i sessant'anni di "carriera" come sacrista della chiesa di Rustega. «Ho iniziato nel 1957 e ho fatto il sacrestano con quattro parroci diversi e 15 cappellani», ricorda Alessio, coltivatore diretto che, con la moglie Bruna, abita a pochi metri dalla chiesa, nella casa di famiglia, dove sono cresciuti i sei figli Sonia, Manuela, Maurizio, Walter, Paolo e Michele. Don Giuseppe Ceccon, don Domenico Marchesan, don Luciano Marchiorello e oggi don Marco Scattolon hanno avuto in questi anni sempre Adriano Alessio come prezioso aiuto e punto di riferimento per la parrocchia. «Un grazie ufficiale glielo diremo presto», ricorda don Marco Scattolon nel consueto bilancio annuale in cui ringrazia i parrocchiani. «Grazie a chi tiene in ordine la chiesa, l'oratorio, i giardini, a chi ci porta cibo, vestiario e offerte per i poveri e a chi sostiene i nostri missionari». Il ringraziamento del parroco di Rustega va poi ai gruppi «nei quali i giovani ancora ci sono», ma non mancano le note dolenti dovute a una chiesa sempre meno frequentata dalle ultime generazioni. Dei diciotto ragazzi e ragazze che hanno fatto la prima Comunione e dei ventotto cresimati, «quanti sono aiutati a tornare a messa alla domenica?» chiede a tutti don Marco. «Ho l'impressione che, ormai a messa, abbiamo un rappresentante per classe e al catechismo la fedeltà non è di tutti. I chierichetti resistono grazie a quelli di terza media, ma fino a quando? Peccato per quei ragazzi, peccato per quei genitori. Aiutiamoci di più ad esserci», conclude amaro don Marco Scattolon, salito alla ribalta nel gennaio del 2012, pochi mesi dopo il suo arrivo a Rustega, per aver esposto di fronte alla chiesa il famoso manifesto "Aperti anche alla domenica" nell'intento di richiamare quanti preferivano i centri commerciali alla parrocchia.
Francesco Zuanon
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