Safilo, bloccati i licenziamenti: firmata l’ipotesi d’accordo

SANTA MARIA DI SALA. Accordo quasi fatto, anche resta da sciogliere il nodo investimenti. Vertenza Safilo, arriva la firma su un’ipotesi di accordo per un maxi contratto di solidarietà che allontana gli esuberi.
La ripresa della trattativa ieri a Santa Maria di Sala ha segnato un ulteriore e forse decisivo passo avanti, che ora dovrà essere sottoposto al giudizio dei lavoratori in una nuova tornata di assemblee aziendali già proclamate per i prossimi giorni.
“È il più grande contratto di solidarietà mai fatto in Veneto» gongola Mario Siviero (Femca Cisl) «Uno strumento che permette grande flessibilità negli orari di lavoro e riduce al minimo la perdita di salario».
Dopo la riunione fiume di ieri ora c’è solo la necessità di un aggiornamento “tecnico” del confronto per permettere all’azienda di individuare meglio i siti produttivi e gli ambiti in cui impiegare denaro.
Un aspetto positivo riguarda senz’altro la riduzione degli esuberi: dei mille prospettati inizialmente ne restano da sistemare 670, tolti i contratti a tempo determinato e gli interinali. Longarone resta lo stabilimento più penalizzato, con circa 400 esuberi; Santa Maria di Sala ne ha 250 circa ancora nel limbo, mentre Padova solo poche decine. Ai sindacati tuttavia veder calare i possibili licenziamenti non basta: vogliono sapere che ne sarà di questi lavoratori. Quasi fatta per i contratti di solidarietà, ormai accettati da entrambe le parti come soluzione privilegiata per gestire gli esuberi. Subito dopo però i lavoratori chiedono un’azione decisa da parte dell’azienda per rendere efficiente produzione e qualità del prodotto.
Sì dunque alla riduzione dell’orario, ma a patto che venga messo nero su bianco un piano di rilancio aziendale. È il nodo del cosiddetto macro-budget di 9 milioni di euro, un fondo che Safilo Group investirà nei prossimi 12 mesi nei suoi stabilimenti italiani, i tre veneti più Martignacco in Friuli. Resta però da capire in che termini, ed è proprio questo uno dei punti che l’incontro di ieri non ha del tutto risolto. I sindacati hanno infatti chiesto di conoscere quali voci saranno interessate dagli investimenti, tra produzione, tecnologia, marketing e ricerca e sviluppo. Di conseguenza si capirà in quali siti questo fondo verrà investito o, meglio, come verrà ripartito tra gli stabilimenti di Padova (sviluppo del prodotto e ricerca) e Santa Maria di Sala e Longarone, dove la maggior parte dei lavoratori sono impiegati in produzione.
L’azienda si è riservata di fornire queste e altre specifiche tra qualche giorno. Un aggiornamento in questo senso potrebbe arrivare a fine mese.
Da lunedì, intanto, scatta una nuova tornata di assemblee dei lavoratori per sottoporre i termini dell’accordo così come prospettato nel confronto di ieri e ottenere il mandato per chiudere definitivamente l’accordo: lunedì si riuniranno quelli di Santa Maria di Sala, martedì a Longarone e mercoledì a Padova.
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