Safilo, entro l’anno il 41% della produzione in Italia

LONGARONE. «Siamo contenti ma non soddisfatti: vorremmo che il piano con scadenza 2020 avesse un’accelerazione. Ma crediamo nella nostra strategia, nei nostri marchi e nella forza commerciale e quindi siamo fiduciosi nel futuro». L’amministratore delegato di Safilo, Luisa Delgado, ha fatto il punto sull’attuazione del piano di rilancio del gruppo e lo ha fatto ieri a margine dell’inaugurazione della nuova linea produttiva della componentistica in metallo nello stabilimento di Longarone.
«A livello industriale», precisa Delgado, «stiamo andando bene sia negli stabilimenti italiani di Longarone, Santa Maria di Sala e Martignacco, sia in quelli in Slovenia, Cina e Stati Uniti. Stiamo lavorando sui nostri cinque marchi principali: Carrera, Polaroid, Safilo, Smith e Oxydo. Ci siamo impegnati negli ultimi tre anni per riorientare Carrera, che aveva qualche problema sia nel disegno che nel materiale, ma ora abbiamo lanciato un nuovo occhiale che fa tendenza. Abbiamo molta fiducia in questo marchio per il 2017. Per quanto riguarda il brand di casa, Safilo, lo stiamo rilanciando grazie anche ad una nuova linea d’alta gamma che abbiamo presentato all’ultima Mido. Per quanto riguarda Polaroid, stiamo lavorando per integrarlo all’interno del gruppo, ma ancora non ha dato risultati concreti». Sul fronte commerciale, l’a.d. precisa che «grazie ad un riposizionamento, abbiamo aperto le nuove filiali a Dubai e in Turchia, mentre in Argentina stiamo lavorando con altri partner che ci rappresenteranno in via esclusiva. Siamo presenti in 39 Paesi. Puntiamo, però, a una crescita e un’espansione globale. Ad oggi i Paesi che crescono di più nel nostro orizzonte sono Russia, Est Europa, India, Africa. Anche la Francia ci sta dando soddisfazioni, stiamo lavorando in Inghilterra. In alcune aree, però, dovremo aumentare lo sforzo: come in Asia, che abbiamo dovuto riprendere in mano ex novo». Delgado, poi, evidenzia come anche la parte risorse umane prevista dal piano stia andando avanti: «Abbiamo rinnovato i dirigenti, investito nei talenti umani oltre che nelle fabbriche. La nuova linea di Longarone ci costa due milioni di euro». Il direttore di produzione di Safilo, Leonardo Innocenzi, sottolinea, infine, come tre sono i principi della strategia del gruppo dell’occhialeria: il Made in Safilo, l’innovazione e il ridisegno del sistema distributivo. «Questo è stato riorganizzato: siamo partiti, infatti, con 21 centri distributivi, ora siamo ad otto ma vogliamo scendere ancora. Oggi abbiamo tre centri: in Asia, a Padova e Denver, ma ne serviranno altri 3 o 4 per servire zone come il Brasile, lo Utah (Usa), la Cina e l’Australia. Quest’ultima fa riferimento al mercato europeo. Vogliamo anche ridisegnare i flussi di prodotto negli stabilimenti per contenere i giorni di produzione: ad oggi chiudiamo un ordine in 30 giorni».
Nel frattempo si sta attuando anche la parte del piano relativa al trasferimento in Italia di gran parte della produzione. «Stiamo trasferendo ordini dalla Slovenia e dalla Cina in Italia. L’obiettivo è giungere nel 2020 a produrre il 70% degli occhiali negli stabilimenti italiani. L’inverso di quello che avveniva fino a qualche anno fa. Nel 2016 abbiamo chiuso con oltre il 37,7% di produzione in Italia, mentre vogliamo superare la soglia del 41% entro quest’anno».
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