Safilo, via ai licenziamenti: 38 esuberi in sede a Padova
Il gruppo dell’occhialeria annuncia che il piano-tagli colpirà il quartier generale. I sindacati: «Una gestione discutibile scaricata sui lavoratori». Oggi il confronto

LA SEDE DEL GRUPPO SAFILO A PADOVA ....
PADOVA. Safilo annuncia 38 esuberi e questa volta i tagli riguardano il quartier generale padovano di via Settima Strada. Una procedura di licenziamento collettivo che colpirà prevalentemente gli impiegati, qualche quadro e dirigente e pure tre operai. Una comunicazione arrivata a distanza di qualche settimana dalla presentazione dei dati della terza trimestrale del Gruppo, ancora in negativo.
Un colpo pesante per gli oltre mille dipendenti padovani di Safilo, fiduciosi che il difficile piano 2015-2020 dell’azienda non avrebbe intaccato i livelli occupazioni presenti negli stabilimenti della multinazionale degli occhiali. Ma i sindacati, già da tempo preoccupati per la perdite delle licenze di marchi importanti come Gucci e Céline, avevano chiesto all’azienda di mettere in campo azioni rapide a sostegno dei conti del futuro industriale e occupazionale del gruppo.
«Safilo ad oggi sta cercando di rilanciare i marchi propri che, però, hanno certamente una particolarità che risiede nel fatto che gli stessi non sono prodotti in Italia» dichiarano congiuntamente Barbara Schiavo della Filctem Cgil di Padova, Sergio Polzato della Femca Cisl di Padova e Rovigo e Dino Maneo della Uiltec Uil di Padova e Rovigo «È chiaro, che se fosse questa la vera strategia aziendale, gli esuberi comunicati non saranno gli ultimi e, soprattutto, non riguarderanno solo il sito di Padova. L’azienda conferma che il piano 2020 presentato nel 2015 va avanti. Un piano industriale che prevedeva di riportare la produzione di milioni di occhiali internamente a Safilo, proprio per coprire la riduzione di produzione dovuta all’uscita dei marchi prestigiosi. Ad oggi il risultato non permette di stare tranquilli anzi, quello che si respira in azienda è una gestione dilettantistica e approssimativa delle strategie produttive, che porta spesso al cambiamento di responsabili e dirigenti di spicco nei vari settori, a dimostrazione che non vi è una chiara strategia organizzativa».
Un’accusa che vede rispondere la stessa Safilo con una nota che vuole chiarire il senso strategico di questa iniziativa. «Il piano 2020 è mirato alla crescita sostenibile di Safilo attraverso semplificazione, diversificazione, modernizzazione e differenziazione con la consapevolezza delle sempre crescenti esigenze dei clienti, del contesto competitivo globale e dei consumatori» dichiarano fonti aziendali. «Un piano che prosegue con un ulteriore intervento mirato alla semplificazione del lavoro e della struttura in una logica di flessibilità e agilità, come già avvenuto in diverse sedi internazionali, poli di manifattura Safilo in Italia e nel mondo, e in linea con gli obiettivi e le strategie del piano». E se i sindacati chiedono fin da subito di trovare soluzioni per una ricollocazione interna dei lavoratori «restando disponibili» si legge in un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil «a ragionare sull’accompagnamento incentivato alla pensione ed a forme di un uscita volontaria per chi, anche fuori dalla lista degli esuberi in mano a Safilo volesse scegliere questa via», anche l’azienda apre al dialogo, in vista dell’incontro di questo pomeriggio con i sindacati. «Safilo» conclude la società in merito agli esuberi annunciati «affronterà la procedura assistendo le persone individualmente, nel pieno rispetto delle esigenze di ciascuno».
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