Sala dei Quaranta al Bo raccolti per il restauro oltre 200 mila euro

Obiettivo raggiunto per la raccolta fondi della Sala dei Quaranta di Palazzo Bo, l’anticamera dell’Aula magna dell’Università di Padova che custodisce la cattedra di Galileo. Oggetto dell’ultimo giro di restauri sono i quaranta ritratti dei più illustri intellettuali europei che a Padova hanno insegnato o studiato, e che danno il nome alla sala stessa. Ritratti che, grazie al sostegno di tanti mecenati – enti e privati cittadini che hanno donato in totale quasi 200 mila euro – possono ora tornare a nuova vita in vista dell’importante appuntamento del 2022. La campagna di fundraising per il restauro delle quaranta tele – e dei sette stendardi di alcune delle vecchie facoltà che da cento anni sono conservati nella sala – era stata infatti avviata in preparazione all’ottocentenario dell’Università.
Le quaranta tele furono realizzate a tempera nel 1942 da Giangiacomo dal Forno. La sala ha il compito di tramandare la memoria della grande tradizione internazionale ed europea dell’ateneo, che 799 anni fa nacque come asilo di liberi studi, e che da allora, proprio per i valori che ancora oggi conserva nel suo motto, ha attratto e accolto studiosi di ogni provenienza, accomunati dalla passione per il sapere. I sette stendardi invece fanno riferimento ad alcune delle antiche facoltà dell’ateneo: la facoltà Medica, quella di Lettere e Filosofia, quella Fisico-matematica, di Giurisprudenza, la Scuola degli ingegneri, quella di Farmacia, e la facoltà di Magistero.
I primi sei vennero donati nel 1922, in occasione del settecentesimo anniversario dell’ateneo, dalle città di Trieste, Trento, Fiume, Vicenza, Udine e Verona. Quello della facoltà del Magistero venne aggiunto in seguito. Gli stendardi – o “labari” – sono di seta, ricamati in oro e dipinti con i colori e i simboli delle facoltà. L’importo necessario al restauro di una tela era di 4.300 euro; 200 euro in più, invece, quello per gli stendardi. Tantissimi gli enti, le associazioni, gli ordini professionali, le aziende, i circoli e i privati cittadini – tra cui anche alcuni docenti della stessa Università – che hanno scelto di “adottare” una o più tele, anche solo contribuendo in parte al finanziamento.
Tra le più illustri, quelle raffiguranti Michel de l’Hospital, restaurata con il finanziamento di Solgar Italia; William Harvey, finanziata dall’Istituto flebologio italiano; Nicolò da Cusa, sostenuta da Criocabin; Johann Wirsüng, restaurata grazie all’Ordine medici e odontoiatri di Padova. Mecenati d’eccellenza l’ambasciata ungherese di Roma, che per il restauro della tela di István Báthory ha donato 10 mila euro, e la Repubblica di Slovenia, che ha sostenuto il restauro della tela di Marko Gerbec. Tra i donatori, per quanto riguarda i labari, ci sono anche la Camera degli avvocati tributaristi del Veneto e l’Ordine dei farmacisti di Padova. Tutti i benefattori verranno ricordati in una parete della sala in cui verranno inscritti i loro nomi. A imperitura memoria. —
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