Salzano, il boss della musica indagato a Padova per ritorsioni e minacce

La Procura gli contesta il reato di violenza privata: accertamenti di polizia e Autorità per la libera concorrenza. Nel mirino Zed e Valeria Arzenton
16/12/2016 Roma, Sala Stampa della Santa Sede. Conferenza Stampa di presentazione del Concerto di beneficenza Avrai in programma il 17 dicembre 2016 in occasione del Bicentenario della Gendarmeria Vaticana per aiutare un' ospedale pediatrico a Bangui nella Repubblica Centrafricana e per le vittime del terremoto in Centro Italia. Nella foto Ferdinando Salzano della Friends & Partners
16/12/2016 Roma, Sala Stampa della Santa Sede. Conferenza Stampa di presentazione del Concerto di beneficenza Avrai in programma il 17 dicembre 2016 in occasione del Bicentenario della Gendarmeria Vaticana per aiutare un' ospedale pediatrico a Bangui nella Repubblica Centrafricana e per le vittime del terremoto in Centro Italia. Nella foto Ferdinando Salzano della Friends & Partners

PADOVA. «Benissimo, cancelliamo Padova». Detto, fatto. Quattordici concerti previsti a Nordest dissolti in un soffio. Non un soffio qualunque, a dire il vero. Il tocco è quello mortale del gigante degli spettacoli live in Italia, potente tycoon della televisione, “padrone” di Sanremo, Ferdinando Salzano, boss della F&P che fa parte del gruppo Cts Eventim-TicketOne.

Questo “Golia” della musica italiana ha messo nel mirino Zed, società che a Nordest organizza e promuove spettacoli. Forte del quasi monopolio del sistema, avrebbe puntato l’impresa di Diego Zabeo, Valeria Arzenton e Daniele Cristofoli. La polizia indaga su presunte minacce, pressioni via mail e messaggi, ritorsioni.

Per tutto questo Ferdinando Salzano, già condannato a 1 anno e 6 mesi per omicidio in seguito al crollo del palco della Pausini a Reggio Calabria, è formalmente indagato dalla Procura di Padova per il reato di violenza privata (che prevede fino a 4 anni di reclusione), insieme a due suoi collaboratori.

I sequestri. Il fascicolo è nelle mani del pubblico ministero Valeria Spinosa, che recentemente ha incaricato la Squadra mobile di sequestrare i nastri delle interviste registrate dal tg satirico Striscia la notizia e mai andate in onda per mancanza dell’autorizzazione degli intervistati. Quelle testimonianze, raccolte sentendo cantanti e imprenditori del mondo dello spettacolo, traccerebbero la figura egemone e dispotica di Salzano. Ma questa non è solo una disputa commerciale tra privati, in discussione c’è l’intero sistema dei concerti in Italia.

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Abuso di posizione. Agcm, l’autorità garante della concorrenza e del mercato (l’antitrust), ha aperto un’istruttoria per abuso di posizione dominante, con l’aggravante di minacce, ritorsioni e boicottaggio. Oggetto dell’inchiesta sono TicketOne, Cts Eventim e i promoter nazionali che fanno parte del gruppo, tra cui la F&P di Salzano. «Così non andiamo da nessuna parte, togliamo Padova dall’annuncio».

Ancora: «Adesso però mi arrabbio, non sto scrivendo in cinese. I C1 (l’intestazione fiscale dell’evento) sono nostri e di nessun circuito oltre a TicketOne». È il 3 ottobre 2018 quando intercorre uno scambio di mail tra F&P e Zed. Il casus belli è un concerto di Alessandra Amoroso.

Le presunte minacce. Zed gestisce il Gran Teatro Geox di Padova, il Morato di Brescia e l’Arena di Mantova, ma ha convenzioni anche con la Kioene Arena di Padova, la Zoppas di Conegliano, il Palageorge di Montichiari. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti Salzano pretendeva di utilizzare la Kioene Arena intestandosi la fiscalità dell’evento, cioè obbligando gli imprenditori locali ad accettare le sue condizioni diventando ospiti in casa loro. Come? Con la minaccia di non pagare i debiti pregressi. Nel fascicolo istruito dalla polizia si fa riferimento a un saldo di 313 mila euro. Minacciando di non restituire quella cifra sarebbe riuscito a imporre data e condizioni del concerto della Amoroso. Un po’ come entrare in casa di altri e pretendere di disporne a proprio uso e consumo.

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La trattativa. Il 23 ottobre 2018 Zabeo e un collaboratore si recano a Milano nella sede di F&P, in via dei Sormani. Vogliono trovare un’intesa ma non c’è nulla da fare. Accettare subendo condizioni capestro o perdere i 313 mila euro. Una presa di posizione ai limiti dell’estorsione - secondo le carte d’accusa - quella del gigante milanese, sorta nel momento in cui Zed ha deciso di inserire tra i suoi sistemi di vendita biglietti anche il circuito Ticketmaster.

Il 16 ottobre 2018 F&P è tassativa: «Nessun biglietto può essere venduto online. Solo TicketOne ha questo diritto per i nostri concerti». Stessi toni anche per altri concerti, messi in vendita senza l’autorizzazione dei proprietari delle strutture.

In un regime equo dovrebbe funzionare così: il manager dell’artista vende il concerto a Zed, che paga anticipatamente e si assume il rischio d’impresa, ottenendo però il diritto di vendita dei biglietti e di tutti i servizi connessi. Salzano, sempre secondo l’accusa, avrebbe sovvertito questo regime, introducendo ulteriori balzelli fortemente penalizzanti dal punto di vista economico. Così è se vi pare, prendere o lasciare. “Sudditanza psicologica e commerciale”, si profila nelle carte dell’inchiesta.

L'appello di Renato Zero per la manager di Zed Arzenton «È vittima di violenze, proteggetela»

Le 14 date cancellate. La cancellazione delle quattordici date previste (tra cui Elisa, Gigi D’Alessio, Il Volo, Fiorella Mannoia, Nek, Modà, Ficarra e Picone, Panariello) è solo la punta dell’iceberg. Valeria Arzenton ha deciso di denunciare all’antitrust le gravi angherie subite. Il 18 novembre scorso è un mito della canzone italiana, Renato Zero, a sostenerla pubblicamente dal palco di Mantova. L’indagine ora rischia di allargarsi non solo ad altri soggetti, ma anche ad altri contesti live.

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