San Giorgio in Bosco: attacco dei lupi, vacche in fuga. Cinque bloccate in un canalone

Paura e rabbia per un allevatore in alpeggio da venerdì con 90 mucche: assalite dal branco, 50 manze gravide sono scappate terrorizzate. Ore per portarle in salvo

SAN GIORGIO IN BOSCO. Portano le vacche al pascolo, in malga, ma dopo poche ore arrivano i lupi e 90 manze – tutte gravide – fuggono; cinque di loro finiscono in un canale ed è necessario l'intervento di vigili del fuoco ed elisoccorso. Momenti difficili quelli vissuti ieri da un imprenditore agricolo di San Giorgio in Bosco, Luciano Toniolo, titolare nella frazione di Sant'Anna Morosina di una delle stalle più innovative dell'Alta Padovana.. Nella giornata di venerdì l'allevatore ha trasferito novanta manze frisone gravide alla malga Zolle di dentro, a quasi 1.200 metri di altitudine, ad Arsiero, in provincia di Vicenza, fra Asiago e il Pasubio. Purtroppo i lupi non si sono fatti attendere. «Lo scorso anno», racconta Toniolo, «siamo stati attaccati e cinque manze sono state azzannate e divorate da questi predatori. Ci siamo lamentati, abbiamo segnalato la questione, non è servito. Venerdi abbiamo iniziato la nuova stagione malissimo».

Che cosa è successo? «I lupi sono arrivati prima alle cinque del pomeriggio e poi alle tre di notte. Avevamo novanta frisone, ed hanno preso paura, erano terrorizzate». Tra venerdì e sabato «cinquanta di loro sono scappate e abbiamo lavorato ore e ore per recuperarle. Ma alla fine in cinque sono rimaste bloccate in un canalone».

Sul posto sono intervenuti sia i pompieri che l'elisoccorso. Un'operazione complicata, che ha richiesto diverse ore. E che ha ulteriormente esacerbato quelli che sono, da tempo, i sentimenti prevalenti tra i malgari della zona: paura e rabbia, unite ad esasperazione e frustrazione.

Il punto è che - nonostante le proteste, i danni per migliaia di euro, le notti insonni passati ad effettuare ronde per difendere i propri animali e tenere d'occhio i lupi - la soluzione al problema non sembra venga ricercata con la necessaria efficacia. Lo scorso anno è stata denunciata la presenza di branchi, composti anche da sei esemplari, che arrivano ad avvicinarsi pericolosamente alle abitazioni.

Lupi senza paura di nulla, per certi versi indifferenti, quasi si sentissero intoccabili, che riescono a farsi beffe pure di recinti elettrificati e che poi sbranano le manze senza curarsi dei tentativi di cacciarli: c'è chi ci prova con il clacson delle automobili, chi buttando qualche petardo nella notte sperando che i rumori esplosivi li inducano a non aggredire i capi di bestiame. «Non è pensabile affrontare la stagione in questo modo: abbiamo portato le manze solo venerdì e già ci ritroviamo a dover affrontare un dramma. Rischia di diventare un mattatoio, insostenibile», ribadisce Toniolo. Più di qualche allevatore sta rinunciando all'alpeggio, alcuni malgari sono arrivati a minacciare di portare le carcasse degli animali in piazza per far capire la gravità della questione. Ed anche il turismo rischia di risentirne.

Silvia Bergamin

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