San Giorgio delle Pertiche, ordigno sul poggiolo, il proprietario:«Infastiditi dalla mia tosse»

Il proprietario dell’appartamento avanza un sospetto: «Nel condominio c’è chi non mi vuole bene e so anche il motivo, ma quest’attacco è folle». Indagano i carabinieri, l’esplosione ha distrutto in parte il davanzale dell’abitazione di via Tolomeo

Giusy Andreoli
Lorenzo Facco, l’operaio metalmeccanico che si è visto distruggere il poggiolo dell’appartamento da un ordigno
Lorenzo Facco, l’operaio metalmeccanico che si è visto distruggere il poggiolo dell’appartamento da un ordigno

«Non meritavo questa cosa qua. Non so il motivo, non so chi sia stato. Io in giro se sbaglio chiedo scusa, questo ce l’aveva proprio con me e non so il motivo». È ancora sotto choc Lorenzo Facco, l’operaio metalmeccanico che domenica sera alle 23 si è visto distruggere il poggiolo dell’appartamento da un ordigno che qualcuno aveva posato sul davanzale. L’episodio appare sempre più un atto deliberato e questa possibilità fa star male Facco, tanto da vedersi costretto a prendere alcuni giorni di riposo per curarsi.

«Diciamo che io sono tranquillo con la mia coscienza», continua, «perché questa cosa è come darsi una botta senza motivo. Almeno mi dicessero se ho fatto qualcosa. Sono peggio dei terroristi, o fuori di testa. Non si possono far saltare le case».

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I danni dell'esplosione

Il sospetto

Una domanda è d’obbligo: potrebbe essere stato un condomino o qualcuno del vicinato? «Tutto è possibile», afferma Facco, «diciamo che io ho un comportamento che non mi piace giudicare. Però forse un sospettino ce l’ho e molto vicino anche, ma non avendo visto non posso giudicare. E non ho potuto vedere perché avevo la persiana abbassata per metà, una precauzione che adotto sempre quando mangio per la mia privacy: non avendo la tenda alla finestra, durante i pasti abbasso la persiana».

Proprio su quel gesto potrebbe aver contato la persona che domenica sera ha posato l’ordigno sul poggiolo di Facco fuggendo subito dopo. «Non ho potuto vedere, ma il botto l’ho sentito eccome», continua, «mi domandavo cosa fosse stato, però ho visto tanto fumo e sentito l’odore della polvere da sparo, tipo i fuochi d’artificio. Penso che fosse una vera e propria bomba confezionata con la volontà di fare del male. Per fortuna avevo la finestra col doppio vetro che mi ha protetto anche se si è danneggiata, senno l’esplosione sarebbe arrivata dentro la stanza».

I danni sono comunque tanti per un operaio che vive solo: «L’esplosione mi ha sventrato la porta della caldaia, mi ha danneggiato la vetrata, mi si è staccata la luce del portico e mi ha scheggiato anche la porta. Secondo me hanno posato la bomba e hanno fatto in tempo a scappare e dopo una manciata di secondi è esplosa».

Un particolare, questo, riferito anche da un inquilino del palazzo di via Tolomeo, che ha affermato di aver raggiunto il poggiolo di Facco dieci secondi dopo l’esplosione e di non aver visto nessuno allontanarsi dal giardino. «Secondo me è stato premeditato, una cosa del genere non puoi farla dalla sera alla mattina», l’ipotesi alquanto terrificante di Facco. «È stata pensata, ci vuole tempo per prepararla. Forse non da uno, ma da due o tre persone, io penso questo, forse è un personaggio o con strane amicizie, perché certe cose come l’esplosivo non le trovi dappertutto». La preoccupazione per l’immediato futuro di Facco come persona fragile, e adesso oltretutto a rischio, c’è tutta. «Non avendo fatto male a nessuno non dovrei preoccuparmi, tanto più che l’episodio è in mano ai carabinieri, l’unica tutela sono loro, i carabinieri che stanno investigando. Spero che riescano a trovare chi mi ha fatto questo. Qui nel palazzo ci sono persone che mi vogliono bene. Ce n’è solo uno che secondo me non me ne vuole e capisco anche il motivo. Purtroppo ho sempre la tosse e può dare fastidio. Ma una persona educata va a chiedere: “Scusami, mi dai fastidio”» .

A Facco è giunta la solidarietà del sindaco Daniele Canella: «Un gesto deplorevole», dice il primo cittadino, «fiducia nelel forze dell’ordine che sicuramente troveranno il responsabile». —

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