Sant'Angelo di Piove, a fuoco l'Ovattificio Olimpia. Allarme per la nube nera

Le fiamme si sono sviluppate sabato, verso le 19, per motivi ancora da accertare. Intervenute cinque squadre di vigili del fuoco ed anche gli uomini del nucleo speciale anti-inquinamento. L'Arpav esclude la dispersione di sostanze tossiche
SANT'ANGELO DI PIOVE. Un grave incendio scoppiato ieri sera, verso le 19, ha distrutto nella frazione di Vigorovea l'Ovattificio Olimpia di Alberto Zorzato. La storica azienda di via San Polo Alto ha una quarantina di dipendenti ed è specializzata nella produzione di resine termoindurenti e materiali compositi speciali. Ieri, fortunatamente, era giorno di chiusura.


L'allarme è scattato grazie al sistema antincendio collegato a una centrale di controllo a Padova. Per avere ragione delle fiamme è stato necessario mobilitare cinque squadre dei vigili del fuoco, giunte da Piove di Sacco e da Padova, che hanno lavorato fino a notte per spegnere gli ultimi focolai.


Sembra che l'incendio sia partito dal magazzino, trovando facile esca nel materiale accatastato. Oltre ai vigili del fuoco sono intervenuti in via San Polo Alto, nella zona industriale di Sant'Angelo, i carabinieri, che assieme alla polizia municipale di Piove e ai volontari della Protezione civile hanno creato una cintura di sicurezza attorno alla fabbrica, regolando il traffico e tenendo lontano dai pericoli i numerosi curiosi.


Dai capannoni dell'Olimpia assieme alle fiamme si è levata un'alta colonna di fumo nero e denso visibile a distanza di chilometri, che si è sparsa nell'aria arrivando a lambire Padova. E anche il fumo ha contribuito ad attirare la curiosità di alcuni automobilisti, finendo per provocare un tamponamento tra auto sulla vicina strada regionale.


Ma l'incendio ha creato allarme anche da punto di vista ambientale, considerata la composizione del materiale che era nei capannoni andati a fuoco. Fibre di ovatta, naturali e sintetiche, cioè lana, cotone e poliestere. Sono intervenuti gli operatori del Nucleo batteriologico chimico radioattivo (Nbcr) dei vigili del fuoco e i tecnici dell'Arpav per le prime rilevazioni. I risultati degli esami hanno fatto tirare un respiro di sollievo: quel fumo acre e denso non è tossico.


Lo ha confermato il sindaco Romano Boischio, accorso sul luogo del disastro: «I tecnici dell'Arpav non hanno rilevato tossicità. Per sicurezza abbiamo chiesto che altre centraline per analizzare la ricaduta dei fumi vengano installate nelle abitazioni vicine».


Ancora da chiarire l'origine dell'incendio, che ha causato all'Olimpia danni per centinaia di migliaia di euro.

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