Allo Scalcerle appesi al muro 70 portatelefoni con le tasche: «Così si torna a socializzare»

Per la prima volta gli studenti hanno dovuto consegnare il cellulare durante le lezioni. Il preside Sozzo: «Sono al sicuro, se ne sparisce uno scatta il provvedimento disciplinare»

Daniela Gregnanin
I porta telefoni sulle classe
I porta telefoni sulle classe

Sono 1.550 gli studenti diurni suddivisi in 63 sezioni che ieri mattina, seguendo le direttive del ministero dell’Istruzione e del Merito, hanno lasciato i telefonini all’interno di appositi contenitori, ordinati dall’Istituto Pietro Scalcerle di via Cave 174, per “accogliere” il cellulare degli studenti, che non potranno utilizzare il tanto amato smartphone nemmeno a ricreazione.

«Ho incontrato i ragazzi delle prime, sia del liceo linguistico che dell’istituto tecnico chimico-biologico e devo dire che tutti erano preparati e informati sul divieto; del resto provenivano dalle scuole secondarie di primo grado, dove da tempo il dispositivo è vietato» spiega il dirigente scolastico Giuseppe Sozzo, che fa applicare la Disposizione 3.392 del ministro Giuseppe Valditara «certamente ora lo scoglio più difficile da superare sarà quello della ricreazione, perché anche in quel contesto nessuno potrà utilizzarlo, cosa che invece avveniva in passato. Anche noi avevamo un sistema a macchia di leopardo, perché ogni classe decideva in autonomia la modalità di ritiro del device. C’era chi lo consegnava e basta e chi spergiurava di non farne uso in classe durante le lezioni “rasserenando” il docente, che non provvedeva così al ritiro. Ora con la Disposizione, il percorso è chiaro per tutti e farà di certo la differenza per i nostri giovani, che finalmente potranno comprendere che il telefonino ha un suo spazio durante la giornata e che a scuola si viene per imparare, formarsi ed evitare le distrazioni».

I nativi digitali dunque dovranno affrontare questa sfida, che sarà decisamente ardua, vista la “dipendenza” diffusa da connessione: «Ho spiegato che gli sportivi durante le loro performance di certo non usano il cellulare e che per assorbire bene qualunque concetto, bisogna restare concentrati, senza quell’ansia da attesa che genera l’essere connessi costantemente. Se succede qualcosa la scuola è il primo front office per le comunicazioni ai genitori: i ragazzi sono al sicuro da noi». A preoccupare maggiormente il dirigente scolastico sono in realtà gli studenti più grandi: «I ragazzi che da anni venivano a scuola con il telefono e che lo utilizzavano durante la ricreazione, si sentiranno certamente persi e forse, vista l’età, potrebbero avere delle pretese. Ma il nostro compito è far rispettare le regole e offrire alternative. Sono sicuro» sottolinea il preside «che il divieto permetterà ai nostri giovani la scoperta di una socialità sana, fatta di studenti che si parlano, evitando il mutismo e l’isolamento che si genera quando un soggetto è “assorbito” dallo schermo».

Per evitare confusione e applicare le regole, ogni classe è stata munita di una sacca portatelefono munita di 30 tasche, adatta a ospitare i device e idonea a prima vista, a rendere palese un’eventuale sottrazione del cellulare dalla custodia. «Abbiamo ordinato 70 contenitori da parete, il cui costo unitario ha superato di poco i sette euro e assegnato a ogni tasca un numero identificativo collegato a uno studente. Questi contenitori sono stati realizzati per visualizzare immediatamente l’assenza dello smartphone e se dovesse verificarsi una sottrazione non autorizzata, a quel punto scatteranno i provvedimenti disciplinari del caso». Ovviamente le regole valgono anche per i corsi serali: «Non ci saranno differenze tra gli studenti diurni e i 40 che accogliamo nei corsi serali, anche se maggiorenni: a scuola si rispettano le regole» conclude Sozzo. —

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