Scatta la “rivolta” dei ciclisti: «In 2 anni zero piste progettate»

Biciclettata per far tornare le bici in centro e non solo nelle piazze. Le associazioni contro il Comune: «Nessuna ciclabile in programma. Le rotatorie? Penalizzanti»

PADOVA. «Riportare le bici al centro», è l’obiettivo della biciclettata in programma stamane alle 10.30 con partenza dal varco Ztl di piazza Insurrezione. In centro in modo pratico, anche se il sindaco Massimo Bitonci ha dato il via alla fase due della sperimentazione della pedonalizzazione delle piazze, riammettendo i ciclisti. Ma soprattutto al centro dell’azione amministrativa, perché finora la ciclabilità è rimasta ai margini. «Non c’è nessuna nuova ciclabile progettata da questa amministrazione», spiegano da Legambiente.

Piste scomparse. «Ad oggi l’unica realizzazione importante della giunta Bitonci è la pista di Ponte di Brenta (progetto ereditato dalla giunta precedente, ndr). Più un tratto di completamento in via Pelosa e lo stralcio finale di via Bembo», chiarisce Andrea Nicolello di Legambiente. In via Facciolati, grazie alle protezioni, gli incidenti si sono ridotti in un anno da 21 a 6.Padova conta 168 chilometri di piste ciclabili su strade (protette e non) e altri 37 su argini e parchi. Ma il “Bici Masterplan” è scaduto da quasi 2 anni. «Il 30% di chi usa la bici lo fa per andare a fare acquisti: favorire la ciclabilità aiuterebbe il commercio di prossimità – incalza Grazia Rizzato di Rete ArcellaViva – Invece abbiamo casi come piazza Azzurri d’Italia con 90 posti auto e zero rastrelliere». «In più le nuove rotatorie a fagiolo di via Buonarroti e della Stange sono state progettate pensando solo alle auto senza gli attraversamenti rialzati per ciclisti e pedoni», ricorda Diego Zerrella di “La mente comune”.

«Bisogna ripensare alle grandi arterie non ancora attrezzate con piste protette: da nord via Buonarroti, da est via Venezia, che ha troppe interruzioni – spiega Eugenio Varotto di “Salvaiciclisti” – Da ripensare, proteggendola, c’è anche via Goito. E il Bassanello ha ancora troppi tratti monchi».

Le promesse mancate. Le associazioni hanno ripreso il programma elettorale del 2014. Questi gli impegni: «La realizzazione di piste ciclabili protette, non accessibili alle auto e segnalate. Il potenziamento degli stalli e di aree di sosta sicure, illuminate e controllate da telecamere». «Di tutto questo, a parte il completamento di via Facciolati, non abbiamo visto praticamente nulla», osserva il portavoce di Legambiente Lucio Passi.

Il bike sharing. La bici condivisa è uno dei servizi maggiormente amati dagli studenti universitari. Da qui la richiesta di potenziarlo: «Ci sono molte criticità, a partire dalla frequente mancanza di bici negli stalli in stazione o l’assenza di postazioni vicino le sedi universitarie più frequentate come il Liviano o il fiore di Botta – afferma Teresa Ditadi, presidente dell’Asu – Scarso ancora il numero dei mezzi: oltre un anno fa erano state promesse tre nuove postazioni per ampliare il servizio. E molti studenti stanno aspettando che venga riposizionata la stazione di via Marzolo».

Le proposte: 30 all'ora per auto e contromano per le bici. La proposta è sul tavolo da anni ma nessuna amministrazione l’ha mai presa in considerazione: «In Ztl le bici dovrebbero poter correre liberamente – spiega Franco Corti, di Studenti Per - Udu – Cartelli e segnaletica orizzontale, come a Parigi, permetterebbero di normalizzare un comportamento largamente diffuso, come il contromano dei ciclisti. In più se si facesse rispettare il limite dei 30 all’ora formalmente in vigore nella Ztl: si otterrebbe una moderazione del traffico a costi praticamente zero».

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