Sciopero alla ZF «È una fondazione eppure licenzia»

SELVAZZANO. La situazione alla ZF srl di Caselle, l’azienda internazionale che produce invertitori per motori marini, continua ad essere tesa e ieri mattina le Rsu sindacali della Fim e della Fiom hanno dichiarato quattro ore di sciopero con tanto di picchetto davanti alla portineria dello stabilimento. Lo scopo è quello di protestare contro l’apertura della procedura di mobilità. La giornata, casualmente, ha coinciso con la visita dei responsabili esteri della multinazionale “ZF Friedrichshafen AG” che è di proprietà della fondazione Zeppelin, amministrata dalla Città di Friedrichshafen, e della fondazione Ulderup.
«L’azienda ha effettuato scelte inappropriate a fronte della delocalizzazione in Cina», commentano all’unisono Gianluca Badoer (Fiom) e Luca Bettin (Fim). «Da quello stabilimento non è mai uscita neppure una vite e ora si propone un riassetto industriale che colpisce i lavoratori, anzichè mirare a ridurre i benefit dei dirigenti e gli eventuali sprechi. Hanno iniziato con l’apertura della procedura di mobilità il giorno 8, senza neppure pubblicizzarlo. Vogliono cambiare vestito e faccia, e non trovarsi a riassumere tra due anni persone che hanno maturato scatti d’anzianità, preferendo personale a basso costo, facilmente reperibile sul mercato del lavoro. Ma qui produciamo prodotti altamente tecnologici e l’esperienza è fondamentale».
I manifestanti si sono riuniti in gruppi consistenti e hanno discusso animatamente sul futuro che li attende. «Siamo allibiti per il fatto che non comprendano che questa azione va contro i principi morali di una fondazione», hanno commentato i delegati sindacali. «Sono tre i dirigenti locali che gestiscono la questione, Pierluigi Albertini, direttore generale, Daniele Dirignani dell’ufficio personale e Daniele Pontarollo direttore finanziario e antitrust ed è con loro che la casa madre deve cominciare a rivedere la questione. Le Rsu sono aperte al dialogo, basta che si faccia un uso legittimo degli ammortizzatori sociali”. L’appello è rivolto anche alle autorità competenti.
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