Scoiattoli al parco Padova come Londra

Il Parco dei Faggi come i Giardini di Kensington. Sì, proprio quelli di Peter Pan, dove le bambinaie spingono i pupi nelle carrozzine e gli scoiattoli saltellano da un ramo all’altro. Passando per via Vecchia, a Voltabarozzo, ed addentrandosi nel boschetto, la visione è quasi fiabesca. Basta arrivare all’orario giusto, più o meno tra le 12 e le 14, sedersi su una panchina e guardarsi intorno. Il guizzo degli scoiattoli, tra il manto di foglie rosse e le fronde degli alberi, non passa inosservato. Chi frequenta il parco li considera una compagnia: «Sembra che questo, per loro, sia un habitat perfetto» racconta la signora Marta, che accompagna il piccolo Francesco. «Ne vediamo molti nella zona della giostrine» spiega anche mamma Lucia, mentre spinge Lorenzo sull’altalena: «vicino allo scivolo - aggiunge - c’è un albero con una cavità sul tronco. I bambini vanno sempre lì, perché sanno che è uno dei posti preferiti dagli scoiattoli».
Alla scuola media Stefanini, che confina con il parco, sono informatissimi. «Sono soprattutto grigi, la razza americana, ma ce ne sono anche di rossicci» spiega la professoressa Rasi, insegnante di Scienze «non sappiamo come sono arrivati qui, ma a giudicare dal numero si direbbe che si siano perfettamente adattati. Nel parco ci sono anche due alberi di nocciole, sicuramente d’inverno si nutrono di quelle».
La signora Nadia, collaboratrice scolastica, è affezionata agli scoiattoli quanto ai bambini. «Sì sì, ne abbiamo molti, e non hanno paura» racconta, interrompendosi subito «non sbandierate la notizia, però. Molto tempo fa qualcuno ha cercato di far loro del male, e non vorremmo che accadesse di nuovo». La rassicuriamo: è stato contattato l’Enpa, in modo che, al contrario, gli scoiattolini del Parco dei Faggi possano essere tutelati a dovere. Allora la signora Nadia si rasserena. «Ci sono da almeno 3-4 anni. Nell’ultimo periodo sono aumentati. Pensiamo che ormai siano delle famiglie, perché quest’estate i ragazzi raccontavano di aver visto anche dei cuccioli. Corrono sugli alberi ma anche lungo le finestre, a volte gli diamo della frutta. Lo scorso anno ne è entrato uno dentro la scuola, era malato. L’abbiamo portato dal veterinario, ma purtroppo non si è riusciti a salvarlo».
Silvia Quaranta
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