Scontri in piazza, la versione del Pedro: "Noi aggrediti"
Gli antagonisti in campo per "correggere la narrazione" sugli scontri di lunedì sera. Conferenza stampa a Palazzo Moroni, polemica di Bitonci: "Non dovevano entrare in municipio"

PADOVA. "Siamo stati aggrediti, altro che guerriglia. Avevao caschi e scudi per difenderci, non molotv". E' la versione del centro sociale Pedro sugli scontri di lunedì sera. Il portavoce Marco Sirotti, assieme ad altri rappresentanti delle sigle scese in piazza nel presidio anti-fascista, ha deciso di convocare una conferenza stampa chiedendo una sala a Palazzo Moroni per parlare alla città.
"Lunedì eravamo in piazza per un presidio con una convocazione chiara e inequivocabile. Era chiaro che il nostro scopo era di "deterrenza": non potevamo tollerare alcun corteo di formazioni neo-fasciste in questa città.
E' inaccettabile che a Padova sfili Forza Nuova. Ed è ancora più inaccettabile che questo avvenga sul tema dello ius soli, perché la prassi che costoro invocano è la morte per affogamento nel Mediterraneo", è la premessa di Sirotti.
Qualcosa poi è andato storto: "Questo corteo non doveva esserci ma c'è stato. Questo è il nodo politico su cui bisogna concentrarsi - prosegue l'esponente del Pedro _ Doveva esserci un presidio statico, mentre poi è stato concesso un corteo perché evidentemente la Questura aveva preso accordi sottobanco con Forza Nuova. C'è qualche cosa in Questura che non ha funzionato".
Secondo Sirotti l'aver concesso il corteo alla formazione di estrema destra, ha provocato una reazione dell'altra piazza: "E' un dato politico: l'indisponibilità totale di molti di coloro che erano in piazza a sopportare un corteo di neofascisti in città - spiega - Cosa è accaduto poi in piazza delle Erbe? Qualche manciata di secondi in cui la nostra formazione è stata aggredita con una forza e una violenza spropositata e con la volontà di colpire i singoli".
La versione del Pedro è quella di un attacco da parte delle forze dell'ordine: "Si è parlato di furgone attrezzato per la guerriglia e di movimenti para-militari: ma che film avete visto? - attacca Sirotti - C'erano solo pannelli di protezione per parare i colpi dei manganelli. Noi non avevamo molotov ma solo oggetti di protezione, come i caschi. Non c'erano strumenti atti a offendere. C'era un attrezzatura difensiva, non un armamento".
Non è piaciuta ai centri sociali la reazione "timida" dell'amministrazione: "Se la Questura ha potuto concedere a Forza Nuova quei centimetri di suolo, che poi sono gocce di legittimazione politica, è anche perché non c'è stato un pronunciamento forte dei presidi politici di questa città. E cioè sindaco, vicesindaco e assessori. Giordani e Lorenzoni avrebbero dovuto muoversi in maniera più pesante".
Da parete del Pedro però il riconoscimento della volontà di un dialogo: "Qualcosa è cambiato, questa è un'amministrazione con cui si può parlare".
Bitonci: "Non dovevano entrare in comune". L'ex sindaco Massimo Bitonci invece va all'attacco con un post su Facebook: "E' la prima volta che si concedono spazi in comune per attività dimostrative di questo tipo: inaccettabile".
La giunta: "Rispetto delle regole, no decisioni ideologiche". "Nel ritrovato clima di rispetto delle regole non deve stupire il fatto che una sala pubblica venga concessa dagli uffici preposti a chi ha ritenuto di chiederla nei termini previsti. L'attuale amministrazione, in discontinuità con la precedente che spesso si è trovata a precludere spazi pubblici sulla base di motivazioni pretestuose e ideologiche, come dimostrano i numerosi e gravosi contenziosi legali in essere, intende garantire semplicemente il rispetto di regole, pluralismo e accessibilità alle sale comunali". Questa la nota delle giunta comunale sulla concessione della sala gruppi di Palazzo Moroni al Pedro.
"Ciò detto, la giunta esprime totale assenso e convinzione rispetto a quanto già affermato, nella immediatezza dei fatti, da sindaco e vicesindaco; ribadisce la ferma condanna a qualunque forma e espressione di violenza e di infrazione delle regole. Riafferma inoltre piena solidarietà e fiducia nell'operato delle forze dell'ordine, nel rispetto delle prerogative di ciascuna Istituzione. Voler continuare a fomentare polemiche pretestuose a solo scopo strumentale, distoglie l'attenzione dalle attività avviate per l'amministrazione della città, in un inutile clima di divisione e campagna elettorale permanente di cui nessuno sente il bisogno".
Argomenti:centri sociali
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